Comunità montane / Cerquaglia (Psi): La riforma tradisce la volontà di una Regione-pigliatutto
(PTN/MC) TERNI Zefferino Cerquaglia (Psi, nella foto) è intervenuto stamattina sulla riforma delle Comunità montane diramando la nota che si riporta di seguito: La soppressione delle Comunità montane e la conseguente creazione dellAgenzia Forestale Regionale manifestano la volontà della Giunta regionale dell Umbria di non valorizzare le assemblee elettive, Comuni e Province, bensì di gestire direttamente attraverso agenzie dipendenti dalla stessa Giunta il territorio regionale. Saranno ininfluenti le previste unioni di comuni perché create dallalto e inefficaci perché prive di forza decisionale. Completamente assenti sono state tenute le Province che pure gestiscono il Piano territoriale di Coordinamento Provinciale e molti servizi di area vasta. Il non attribuire alle Province alle unioni spontanee tra Comuni le competenze delle disciolte Comunità montane invece che un nuovo ente significa creare un altro elemento di gestione del territorio con il rischio di intreccio di competenze e sicuramente con una gestione monocratica, centralistica e verticistica. Se questo modello si affermerà sarà il de profundis per le Province e per i piccoli e medi Comuni e la Regione si avvierà ad essere non un ente di legislazione, coordinamento e controllo, bensì ancora di più un ente di gestione amministrativa diretta, quasi una grande provincia. Se si affermasse questa ipotesi che senso ha tenere in piedi le due Province in una Regione di circa 900.000 abitanti? Tutto ciò non è scandaloso, tanto più che in Umbria esiste già lanomalia delle due province delle quali una è tre quarti dellintera regione, quasi lantica Provincia dellUmbria. Se questa è lintenzione del legislatore regionale basta affermarlo ed essere conseguenti in tutte le scelte e confrontarsi sul piano dei contenuti anche con le ipotesi legislative nazionali. Il ddl sulla riforma degli enti locali è stata approvata dalla Camera, siamo in tempo di federalismo anche fiscale. Occorre ragionare con queste prospettive. Il problema è politico. La domanda va posta in primo luogo al Partito Democratico che esprime i vertici della Regione, delle due Province, dei maggiori e di tanti comuni. Questo partito largamente maggioritario e rappresentativo è in grado e vuole proporre una sintesi politica e confrontarsi con la coalizione con la quale governa questi enti? Abbiamo posto questi problemi nel Consiglio provinciale di Terni. Con una mozione discussa nelle scorso febbraio si è approvato un percorso che però non è stato seguito. Credo sia opportuno ed urgente sul problema del riordino istituzionale endoregionale definire una linea di comportamento della maggioranza di centrosinistra che governa Regione, Province e Comuni in Umbria sulla base dei contenuti fondanti per una proposta riformatrice per lUmbria. In mancanza di scelte chiare e, laddove possibile, anche condivise, si rischia un percorso frammentato, esposto alle pulsioni dei singoli casi. Ma è ancor più probabile leventualità di generare confusione tra istituzioni, disorientamento e aggravi economici per i cittadini. Il compito delle forze politiche riformatrici non può essere questo.
Pubblicato il 29/12/2010