Tribunale di Orvieto / Stato di agitazione in tutte le istituzioni territoriali contro la chiusura

 
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Lo hanno deciso all’unanimità il Consiglio Comunale e il Consiglio Provinciale di Terni riuniti in seduta congiunta straordinaria e aperta al Palazzo del Popolo di Orvieto, questa notte, a conclusione di un ampio dibattito sulle iniziative condivise e convergenti da intraprendere contro la soppressione del Tribunale di Orvieto e per l’ampliamento della sua circoscrizione. Alla seduta consiliare hanno partecipato, tra gli altri, il Procuratore della Repubblica Francesco Novarese, Mons. Italo Mattia rappresentante del Vescovo di Orvieto/Todi Mons. Benedetto Tuzia, l’On. Carlo Emanuele Trappolino, per la Provincia di Terni il Presidente Feliciano Polli e l’Assessore Stefano Mocio, il presidente del consiglio provinciale Andrea Maurelli e i consiglieri: Andrea Sacripanti, Giorgio Santelli, Stefano Garillo, Francesco Tiberi, Daniele Longaroni, il consigliere regionale Fausto Galanello e i Sindaci dei Comuni del Circondario, nonché i rappresentanti dell’Ordine degli Avvocati e della Camera Penale di Orvieto, degli altri Ordini professionali, delle categorie economiche e produttive, dei sindacati dei lavoratori del comparto giustizia e delle associazioni cittadine. Nell’ordine del giorno approvato al termine della discussione (il resoconto in un successivo comunicato), si invitano le Istituzioni, gli ordini professionali, le categorie produttive ed economiche, i sindacati e tutte le associazioni interessate – ciascuna nel settore di propria competenza – a collaborare in modo permanente al raggiungimento degli obiettivi finalizzati a scongiurare la soppressione del presidio di giustizia. _____________________________ Di seguito, il testo dell’ordine del giorno: IL CONSIGLIO COMUNALE DI ORVIETO E IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI TERNI CONSIDERATO - che Orvieto è storicamente sede di Tribunale Ordinario e dell'Ufficio del Giudice di Pace fin dalla loro originaria istituzione; - che l’Amministrazione della Giustizia operata dai due uffici è stata sempre connotata da efficienza, tempestività, qualità ed economicità che, commisurate con le medie nazionali, hanno costantemente dimostrato valori di eccellenza, tali da costituire corretta risposta alle esigenze del territorio; - che il territorio compreso nel circondario del Tribunale di Orvieto beneficia di tutti i servizi essenziali necessari per una corretta amministrazione della Giustizia e dell'Ordine Pubblico, essendo sede di Casa di Reclusione, di Commissariato di Polizia con sezione Digos, di Compagnia dei Carabinieri, di Tenenza della Guardia di Finanza, di Ufficio Territoriale dell’Agenzia delle Entrate e di sportello dell’Agente della Riscossione; - che la legge 14 settembre 2011 n. 148 ha delegato il Governo ad adottare, entro dodici mesi, le misure necessarie alla riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli Uffici Giudiziari; - che con delibera del Consiglio dei Ministri del 6/7/2012, il Governo ha approvato lo schema di Decreto Legislativo in attuazione della delega, che prevede invece la soppressione del Tribunale di Orvieto, accorpandolo a Terni; - che la lettura di tale schema di decreto rende evidente che il metodo seguito nonché il merito del provvedimento sia in palese contrasto con i principi principali della legge delega, costituito dalla razionalizzazione della geografia giudiziaria, dalla revisione delle attuali circoscrizioni, dall’esame analitico delle realtà territoriali; - che avendo riguardo, sia agli stessi principi ispiratori della legge delega, ovverosia “risparmi di spesa e incremento di efficienza”, nonché al criterio della dislocazione geografica, risultando Orvieto distante e mal collegata rispetto a Terni, tale scelta è senz’altro inopportuna e irrazionale, avendo riguardo al fatto che il Tribunale di Orvieto ha costi estremamente modesti, ha tempi rapidissimi di conclusione delle liti e ne definisce in numero superiore rispetto alle sopravvenienze; - che inoltre, sopprimendo il Tribunale di Orvieto, tutta la parte occidentale dell’Umbria resterebbe senza un presidio di giustizia e senza i servizi che esso assicura, non soltanto in termini di contenzioso, ma anche per quanto riguarda la volontaria giurisdizione, con gravissimo danno per la fruizione diretta da parte dei cittadini di tali servizi; - che la soppressione del Tribunale di Orvieto non risponde a nessuno dei principi contenuti nella legge delega; - che pertanto, nell’ottica della riorganizzazione della geografia giudiziaria, si rappresenta come essenziale ed imprescindibile il mantenimento del Tribunale di Orvieto, poiché una sua soppressione ed accorpamento con altri Uffici Giudiziari comporterebbe un gravissimo pregiudizio per la città, per i 16 Comuni del Comprensorio e per gli altri Comuni facenti parte del Circondario del Tribunale; - che viceversa un potenziamento della suddetta sede di giustizia ed un ampliamento del suo circondario attraverso l’accorpamento ad esso di altri territori costituirebbe una riorganizzazione razionale, rispondente ai requisiti di economicità ed efficienza, oltre che di una migliore redistribuzione sul territorio della geografia giudiziaria; - che infatti il Tribunale di Orvieto si colloca in un’area geografica particolare, quella dell’Alta Tuscia, che comprende l’Alto Lazio, la Bassa Toscana e il sud ovest dell'Umbria, territori che, per affinità di tradizioni storiche, culturali e religiose, nonché per contiguità territoriale, consentirebbe un naturale e proficuo accorpamento; - che viceversa un accorpamento del Tribunale di Orvieto ad altri Uffici Giudiziari, al pari dell’accorpamento delle sezioni distaccate oggetto di soppressione ai Tribunali limitrofi (Todi a Terni, Montefiascone a Viterbo, etc.) produrrà un aggravio di carico sui suddetti Tribunali, che non sono in grado neanche a livello meramente organizzativo di assorbire le maggiori esigenze, tanto da essere ingolfati già con il carico attuale; - che pertanto, a fronte della suddetta soppressione, si rende necessario proclamare uno stato permanente di agitazione, nonché di assumere iniziative condivise e convergenti per la salvaguardia ed il potenziamento del Tribunale di Orvieto tutto ciò premesso AFFERMANO QUANTO SEGUE - E’ comune intento dell’Amministrazione Provinciale di Terni, dell’Amministrazione Comunale di Orvieto, dei Comuni del Circondario, degli Organi dell’Avvocatura nelle loro articolazioni locali (Ordine degli Avvocati di Orvieto e Camera Penale di Orvieto), degli altri ordini professionali, delle categorie produttive ed economiche, dei sindacati e delle associazioni tutte interessate, rivendicare l’importanza determinante dei presidi del Tribunale di Orvieto e dell’Ufficio del Giudice di Pace di Orvieto per fornire una efficiente e tempestiva risposta alle esigenze di Giustizia espresse dal Territorio; - E’ ferma convinzione delle parti che l’accorpamento del Tribunale di Orvieto ad altri Uffici Giudiziari costituisca un ingiustificato depauperamento e desertificazione del territorio, violi i criteri di prossimità sottesi alla razionale redistribuzione dei presidi di giustizia sul territorio nazionale e produca gravi difficoltà all'accesso ed alla partecipazione alle attività connesse all’applicazione di Giustizia per i cittadini e tutti gli utenti del territorio; - E’ conforme convinzione delle parti che i principi sottesi alla legge 14 settembre 2011 n. 148 possano essere correttamente assolti attraverso la revisione del circondario del Tribunale di Orvieto ed il suo ampliamento verso aree territoriali limitrofe, anche fuori i limiti regionali dell’Umbria; PROCLAMANO lo stato di agitazione permanente di tutte le istituzioni territoriali locali; INVITANO le istituzioni, gli ordini professionali, le categorie produttive ed economiche, i sindacati e le associazioni tutte interessate, ognuna nel settore di propria competenza, a collaborare in modo permanente per la salvaguardia del Tribunale di Orvieto e l’ampliamento della sua circoscrizione; DELIBERANO - di impegnare le istituzioni a tenere aperti i lavori della conferenza dei capigruppo durante tutto l’iter, parlamentare e non, del decreto; - di adottare iniziative, anche di protesta, al fine di scongiurare la soppressione del Tribunale di Orvieto e per promuovere l’ampliamento del suo circondario, in forma autonoma e/o associata con i Comuni degli altri territori interessati dalla riforma, coinvolgendo opportunamente le altre istituzioni di carattere Provinciale e Regionale, i corpi sociali intermedi, i Sindacati maggiormente rappresentativi, nonché qualsiasi altra Associazione o Ente idonea a dare maggiore forza alle iniziative da intraprendere; - di interloquire a tale fine nelle sedi parlamentari e regionali opportune, come anche nei confronti di tutte le Istituzioni a vario titolo interessate. Di seguito si riportano ampi stralci del dibattito che ha caratterizzato la seduta “aperta” straordinaria e congiunta del Consiglio Comunale e Provinciale di Terni contro la soppressione del Tribunale di Orvieto: Marco Frizza - Presidente del Consiglio Comunale di Orvieto: “la scelta di svolgere in questa sede il consiglio comunale aperto è perché la popolazione di tutta l’area interessata dalla eventuale soppressione del Tribunale di Orvieto abbraccia molti più comuni. La condivisione di questa battaglia ha un valore alto. E’ soprattutto una battaglia che non ha colori, ma ha il senso di mantenere il rango di città ad Orvieto. Il Sindaco in questi giorni ha rappresentato molto bene e ha dato visibilità a questa battaglia attraverso lo studio allestito in piazza Corsica. Quella tenda deve continuare a restare aperta con tutti coloro che voglio combattere. Non dobbiamo rassegnarci. Inizialmente il Ministro Severino aveva parlato dei parametri della meritocrazia della riforma della giustizia, ma una volta che abbiamo dimostrato di averli questi parametri, sono state nuovamente cambiate le regole. Dobbiamo continuare a lottare. Non dobbiamo dividerci, non è questo il campo delle divisione. Il tema è la revisione delle circoscrizioni e dell’ampliamento della circoscrizione del tribunale di Orvieto. Abbiano le carte in regola e i numeri dalla nostra parte. Dobbiamo far valere le nostre necessità. Il mantenimento del Tribunale non è una opzione ma una necessità. Dobbiamo portare a casa tutti insieme il risultato”. Andrea Maurelli - Presidente del Consiglio Provinciale di Terni: “è nota a tutti la fase che stiamo attraversando in Provincia: con il decreto legge la provincia di Terni sta per essere tagliata dallo scenario istituzionale italiano. Ma il nostro impegno di consiglieri non deve venir meno fino alla fine. Tre anni fa, l’80% degli italiani ha votato per le province a dimostrazione che crede in questa istituzione. Da un anno a questa parte non facciamo altro che correre dietro ad istituzioni che vengono tagliate. Pensiamo che è arrivato il momento di fermarci a riflettere: se si deve continuare a seguire il differenziale dello spread, oppure cominciare a pensare l’uomo come fonte di diritto e di servizi che gli ruotano attorno. Sono rammaricato di questo governo tecnico. Con i tagli delle istituzioni non si va nessuna parte. Non capisco perché non si vada a recuperare sulle pensioni d’oro. Il nostro contributo per non far svilire questo territorio e questa provincia ci sarà, fino in fondo”. Antonio Concina - Sindaco di Orvieto: “non so come finirà questa storia e la protesta non violenta che abbiamo messo in piedi una settimana fa. Qualcuno voleva fare proteste più esasperate, ma l’abbiamo fatta in forma noi violenta proprio per creare mobilitazione più ampia e diffusa. Una mobilitazione che c’è stata, che c’è e che è vera. Non è un sceneggiata ridicola! Per me, la soddisfazione di avere visto lavorare insieme personaggi fra loro molto diversi, è una vera soddisfazione. Così come l’iniziativa fuori degli schemi istituzionali assunta qualche sera fa a Castel Viscardo da Sette Sindaci per sostenere l’Emilia terremotata e per il territorio. Oggi, in maniera composta, ho portato il problema della soppressione del Tribunale di Orvieto in una rete nazionale, La7. L’amministrazione e gli avvocati hanno prodotto documenti che sono stati apprezzati nelle sedi delle commissioni parlamentari a cui lo abbiamo sottoposto. La spending review non c’entra nulla con la revisione dei tribunali. La dimensione verticale del governo è forte, non lo è quella orizzontale. A destra del Tevere ci sono tre tribunali, alla sinistra nemmeno uno. Ripeto, non so come finirà questa storia, ma so che dobbiamo lottare tutti insieme uniti”. Feliciano Polli - Presidente della Provincia di Terni: “ringrazio tutti. Dalle parole appassionate di Concina emerge un dato: queste situazioni, al di là del risultato finale, riescono ad unire le comunità sugli obiettivi e sugli interessi fondamentali delle comunità che sono piccole e deboli. Anche per me la giornata odierna è iniziata con la riunione dell’Upi Umbria sulla spending review e la riforma delle Province in cui ho parlato di scongiurare la soppressione della nostra provincia. Sono seguite altre riunioni no stop e adesso continuo questa discussione ad Orvieto. Siamo impegnati ovunque a seguire le politiche dei territori. Se guardiamo i dati notiamo che siamo in mezzo ai paradossi. Come Paese più facciamo grandi sacrifici, più i frutti non si colgono. Questo meccanismo va vanti e con gli interessi che paghiamo non so come ce la faremo. Concordo con il Sindaco che non dobbiamo mollare. Sono d’accordo con la revisione della spesa, ma a fronte di operazioni come il taglio del tribunale di Orvieto che è una struttura efficiente, alla fine la convenienza non c’è. Quali sono allora le logiche? E’ quella del territorio? Non credo. La ratio delle scelte sfugge. La provincia di Terni in tre anni ha tagliato tutto. Però il governo praticando l’impostazione demagogica e populistica che va avanti da alcuni anni, ha fatto una scelta sulla quale però manca il senso del decentramento. A proposito di province, Immaginare che Umbria e Basilicata possano avere una città provincia e regione al tempo stesso è assurdo. L’UPI nazionale si è espressa affermando che una sola provincia in Umbria non governa nulla. Salta tutto! La situazione è molto complicata perché i meccanismi sono poco democratici. Oggi siamo nella situazioni in cui, entro giovedì, questo provvedimento passa nelle commissioni parlamentari. Ci sembra ragionevole la deroga per Terni e Matera che creerebbe comunque un sistema sballato. Nel rapporto con i parlamentari abbiamo rappresentato tutti i problemi. Ci sono difficoltà a riorganizzarci come territori. In questi giorni ci sono le audizioni in commissione giustizia del Senato e della Camera. A fronte di disponibilità varie, l’obiettivo è riuscire in sede di commissione a far arrivare messaggi incisivi e forti, senza mollare nulla. In commissione parlamentare dobbiamo trovare spazi e argomentazioni che ci consentano di portare a casa il risultato. E’ una situazione molto complessa per la quale occorre utilizzare fino in fondo il Parlamento. Dobbiamo insistere per far valere le condizioni e i parametri che Orvieto ha rispetto alla partita dei tribunali, mi riferisco ad infrastrutture, servizi che, peraltro, sono caratteristiche di tutta la nostra provincia”. Mons. Italo Mattia - rappresentante del Vescovo della Diocesi Orvieto/Todi Mons. Benedetto Tuzia: “porto il saluto di Mons. Tuzia che non è presente solo perché avendo assunto da pochissimi giorni la guida della diocesi non conosce ancora la situazione. A suo nome esterno quindi tutta la solidarietà, la partecipazione e la disponibilità ed impegno che il Vescovo manifesterà in maniera discreta per questa vicenda. Permettetemi di esprimere anche la mia personale vicinanza, lo faccio anche con la preghiera. Sento molto questa situazione. Mi sembra di rivivere quello che molti anni fa vissi nel mio paese di origine, Allerona: la sindrome della scomparsa. Orvieto non può smettere di essere città. Mi fa immensamente piacere che si sia finalmente creato un momento di unità. La ricerca del nemico ad Orvieto è una cosa drammatica. Questa unità ritrovata sulla quale dobbiamo impegnarci fino in fondo. Se il risultato finale fosse negativo, questo dovrà pesare come un errore storico. Si sta facendo del male alle persone. I disagi inferti ai cittadini sono un grave errore. Come Chiesa vorrei offrire la concessione del Giubileo straordinario che inizierà il 6 gennaio prossimo, come opportunità, come occasione di ulteriore unità, tenendo presente che i veri cambiamenti partono sempre da noi stessi. Il cambiamento e il fare di Orvieto una città che cresce come comunità è un obiettivo che travalica le cose materiali. Inutile cercare i colpevoli, non facciamo come per le caserme!”. Francesco Novarese – Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Orvieto: “anche se l’ottimismo deve essere sempre presente, penso che si stanno mettendo i cancelli quando forse è troppo tardi. Forse questo andava fatto prima. Ma io sono contro le ingiustizie. Non si sa per quali ragioni occulte Orvieto sia stata scelta rispetto ad altre sedi. Si sa che la ministra Severino aveva individuato come standard 350 mila abitanti, accorpando Orvieto–Spoleto a Terni non si raggiunge questo livello, ma neanche il meccanismo della regola del tre lo ha permesso. Fare una revisione vera e seria delle circoscrizioni costa denaro, e noi di soldi non ne abbiamo. Ce ne volevano allora, e ci vogliono adesso. Quindi, invece di fare un riforma epocale, si è fatta una riforma minimale, e non si è tenuto conto della legge delega piegata solo a ragioni economiche. Essa prevedeva anche la revisione dei tribunali metropolitani tanto che questo lato della delega è stato accantonato. Non mi interessano i discorsi astratti. La legge delega è stata tradita per Lamezia Terme (sede di ben tre cosche), che è stata accorpata. La legge delega affermava che occorreva tener conto di criteri oggettivi e omogenei come l’estensione del territorio, il numero di abitanti, i carichi di lavoro, gli indici delle sopravvenienze e di fornire una maggiore funzionalità ed efficienza. Questi elementi della delega sono riprodotti dal Ministero che dice di tener conto della superficie, popolazione, personale e giudici. Ma per tutti questi requisiti, volendo mutuare il linguaggio del calcio, dati alla mano, Orvieto vince Spoleto per 7 a 3. Però nella realtà non è andata così. Dietro questo ci sono altri fattori da valutare e considerare. La legge delega prevedeva la possibilità di accorpare le Procure. Inoltre, vi sono troppe analogie rispetto alla legge del 1998. Su queste scelte ce ne sono di alcune che non sono affatto condivisibili. Di fronte ad una situazione di questo genere – posto che i pareri delle commissioni parlamentari e del CSM non sono vincolanti – si tenta ogni forma di sensibilizzazione fino all’ultimo. I progetti di ampliamento si possono fare. La Ministra potrebbe essere favorevole, se opportunamente sensibilizzata. L’Associazione Nazionale Magistrati sezione Umbria si sta riunendo per parlare di questo. Se PG ha un problema di carico eccessivo per la Procura della Repubblica la soluzione potrebbe essere 4 tribunali di 200 mila abitanti ciascuno, che hanno una dignità utile e costano meno. In sede parlamentare si deve portare questa discussione anche per far ragionare la Ministra Severino, la quale probabilmente non conosce a fondo la questione Orvieto / Spoleto”. Nicoletta Grieco - Responsabile nazionale della CGIL/comparto giustizia: “ci vuole coraggio a chiamare razionalizzazione il ritiro dello Stato dal territorio. E Orvieto come Tolmezzo, Rossano e le sezioni insulari nel momento in cui verranno cancellati creeranno problemi per i cittadini. C’è bisogno di una vera riforma della giustizia, i lavoratori hanno gli stipendi bloccati che saranno gravati dei costi del trasferimento. Ho partecipato ai tavoli della commissione Birritteri incaricata dal governo. Una commissione tecnica che ha lavoratori sui numeri e non sulle situazioni territoriali. Senza tenere conto dei problemi della criminalità e delle infrastrutture. Ho letto gli atti delle commissioni giustizia di Camera e Senato. Orvieto è una realtà che ne uscirebbe danneggiata ed il Tribunale non va tagliato. Non è giusto fare una battaglia fra Spoleto e Orvieto. Probabilmente la Ministra di questa riforma non se ne è occupata direttamente. In audizione in Senato diremo che i dati utilizzati dalla commissione tecnica sono i dati Istat del 2001, quindi si deve lavorare su un provvedimento che parta dalla conoscenza dei territori. Abbiamo riscontrato una certa arroganza della Ministra e di illustri rappresentanti della magistratura. Severino non conosce la realtà del Paese. E stato tradito il Patto per il diritto alla giustizia. Per questo invitiamo tutti i sottoscrittori del Patto a partecipare alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Giovedì diremo che questo non è il modo di fare la riforma. Abbiamo mandato da tutte le regioni dei rilievi e delle controproposte. Presenteremo un emendamento che stralci la mobilità dei lavoratori dal decreto legislativo e lo restituisca alla contrattazione di settore. Siamo al fianco dei cittadini di Orvieto e delle istituzioni. Condividiamo l’analisi del procuratore Novarese. E’ grave l’operazione che si sta portando avanti, la contrasteremo e continueremo a portarla in piazza”. Avv. Fabio Andreucci (Montepulciano) estensore della legge di iniziativa popolare: “l’art. 71 della Costituzione recita che ‘l’iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale. Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli’. Quindi dobbiamo essere noi a provocare questo passaggio parlamentare con una legge di iniziativa popolare. Impegnando su questo tema i candidati di tutti gli schieramenti nella prossima campagna elettorale. L’obiettivo è creare tribunali omogenei con numeri omogenei. Il testo che abbiamo scritto abroga le norme attuali e da la possibilità di creare tribunali omogenei, idea che ci da la possibilità di passare per il Parlamento. Sul provvedimento del governo rileviamo un enorme difetto di comunicazione e la mancanza di interlocutori. Creiamoceli. Facciamoceli da noi. Ci sono grandi problemi sia sulla delega, sia di violazione della delega, ed anche con la Corte dei Conti dal momento che l’operazione proposta non è a costo zero. Se si sposta un confine non si spende una lira. La raccolta delle firme ci consentirà di contrapporre un atto a un atto. Importante la proposta e la protesta”. Mario Tiberi / Cittadinanza Attiva – “consegno la prima parte di firme raccolte in questi giorni a sostegno del tribunale di Orvieto: sono oltre 2000 firme ma la raccolta prosegue. Sono profondamente consapevole che in questi frangenti, la comunione d’intenti è prevalente e il tempo delle divergenze è superato. Le prime 5 giornate orvietane le ritengo preludio per liberarci dal giogo della occupazione del nostro territorio. Vogliamo la concretezza della presenza dello Stato nella realtà sociale. Ci vengano risparmiate le parole sterili. Cittadinanza attiva non ha potere decisionale ma osserva la realtà e stimola, sollecita ed interviene sui poteri pubblici decisionali. Solo ora si è creato il clima di fattività nella nostra città solo perché il palazzo di giustizia è uno dei luoghi simbolo di una comunità civile. Non ci fermeremo qui, faremo le iniziative necessarie e saremo mobilitati per il tempo necessario. Il tribunale di Orvieto possiede fondamenti di oggettiva razionalità per continuare ad esistere. L’etica e la politica devono tendere al bene comune”. Guglielmo Bizzarri UIL / Funzione Pubblica: “insieme a tutto il disagio che vivrà l’Orvietano c’è un altro disagio quello che vivrà il personale degli uffici giudiziari condannato al pendolarismo. Tutto questo mentre, anche in Umbria, il taglio ai costi della politica è restato inalterato, come dimostra la liquidazione di fine mandato. Il taglio del Tribunale è stato deciso due anni fa, mentre le OO.SS. hanno cercato di portare avanti le giuste argomentazioni, la politica è stata assente. Lo è stato il centrodestra come il centrosinistra a livello nazionale e regionale, e la politica locale non ha avuto le giuste sponde di riferimento. Le situazioni sono molto complesse. La Ministra però non ha completamente chiuso la partita, per il tribunale di Chiavari ci sono ancora degli spazi. L’operazione complessiva porterà un risparmio alle finanze pubbliche di 50 milioni di euro: una goccia in un mare. Rispetto a questa pochezza creiamo un danno enorme ad un vasto territorio come questo dell’Orvietano, i cui cittadini saranno caricati di ulteriori spese. Alla provincia di Terni mi appello perché oggi c’è una desertificazione di tutto il territorio provinciale. Dunque, non dobbiamo mollare perché abbiamo tutti un obbligo morale verso questa città e questo territorio”. Renato Bordino - Commissario regionale DC in Umbria: “dopo che il ministro Severino avrà varato il decreto, propongo la nascita di un comitato permanente per la ricostituzione del Tribunale di Orvieto. Chiedo infine la pubblicazione degli atti di questo consiglio comunale”. Avv. Gianfranco Peppola – Presidente Camera Penale di Orvieto: “porto il saluto del presidente delle Camere Penali. Qualcuno non ha risposto all’invito di non cercare colpevoli. Io credo che non ci sono colpevoli. Ci è stato detto che potevamo presentare proposte. Tutto ciò che è avvenuto è stato fatto cadere dall’alto. Nello schema di decreto legislativo ci siamo trovato con la sede distaccata di Todi che con Orvieto viene accorpata a Terni, che … qualcosa nel meccanismo in regione non ha funzionato. Ci stanno stritolando. Il sottosegretario Polillo oggi si è lasciato sfuggire una frase, non è finita qui. Abbiano ancora da giocare le nostre carte. Deve arrivare sul tavolo del ministro l’ingiustizia che è stata fatta. Il ministro deve spiegarci perché Orvieto si e Spoleto no. 50 milioni di risparmio in tre anni (di cui forse nel 2013 e 2014) grazie alla soppressione dei tribunali, delle sezioni distaccate e dei giudici di pace. Non si riducono le spese per la riduzione degli aerei da guerra (uno solo costa 200 milioni di euro). La sola strada è accorpare la sezione distaccata di Todi a Orvieto, facendola cadere dall’alto”. Avv. Sergio Finetti – Presidente dell’ordine degli Avvocati di Orvieto: “taluni dicono che questa mobilitazione si doveva fare prima. Ebbene, l’Ordine di Orvieto ha fatto dal 13 agosto 2011 e si è attivato in tutte le maniere possibili. Ma forze preponderanti avevano già deciso tramite soggetti qualificati. Ci stiamo spendendo da mesi come anche il sindaco. Era una battaglia contro i Titani. Mi riferisco alla Severino e al fatto che abbia potuto trovare una proposta già fatta. Il governo oggi è un direttorio e ci ha dimostrato che può fare in tempi brevissimi senza chiedere niente a nessuno. Forse politiche compiacenti. Relazione Birritteri elaborata in virtù di una legge del 1895 che riprendeva la struttura delle suddivisioni delle provincie. In barba al fatto epocale. Quello che più affligge l’avvocatura è che la ministra Severino è avvocato. Certo non è avvocato di trincea! Forse a voluto quell’eccesso di protagonismo come la collega ministro del lavoro. E’ stata fatta macelleria giudiziaria, che ha avuto fertile nella esasperazione della demagogia. Si mette in ginocchio l’economia di 37 città. C’è poi la bugia che spendiamo in un anno 250 milioni di euro per intercettazioni. La sorte del tribunale parte dagli avvocati che inizieranno l’esodo, poi verranno tutte le altre categorie. Domani questo provvedimento si tradurrà in un grande flop”. Angelo Ranchino – capogruppo “Orvieto Libera” in Consiglio Comunale: “non c’è risparmio in questa riforma che si inserisce impropriamente nel provvedimento della spending review che non considera l’efficienza. I dati negano i presupposti della riforma: andiamo ad incidere su un servizio essenziale. A Orvieto i procedimenti si concludono in termini rapidi ed efficienti. La riforma negherà questi risultati: il grande non è sinonimo di efficienza. Ringrazio il Sindaco per la passione che ha messo in questi giorni di protesta civile. Servirà ancora la nostra protesta permanente. Non una protesta tardiva. Il documento portato dal sindaco in tutte le sedi. Ci sono le condizioni per offrire una sede gratuita nella prospettiva dell’ampliamento del tribunale. Giusto rivedere la spesa pubblica ma nell’efficienza”. Giorgio Santelli – Consigliere Provinciale (Idv): “Severino dopo la definizione delle 37 sedi da chiudere ha detto ‘chiudere un tribunale è più difficile che affondare una corazzata’. Questa definizione colpisce perché se dobbiamo parlare della corazzata orvietana i colpi nel tempo sono stati molti. Vale la pena però fare una sintesi di quanto accaduto. Il periodo utile (al tempo del decentramento universitario accadde che Roma non sarebbe passata mai, restava Perugia). Anche con la Asl non andò meglio. Da quella riforma ad oggi resta un ospedale che vegeta, con personale sotto organico. Un altro pezzo di città che se ne va. Il territorio ha perso peso politico, con una provincia tre volte più piccola di un’altra. Sul depotenziamento strutturale del territorio arriviamo al tribunale. Tante volte il rischio è stato evitato e nel 1995 venne respinto in Parlamento. Marini dichiarazione imbarazzante, perché ora la necessità di riequilibrio con due province. Perché non lo si è fatto prima. Mi spaventa che ora il rischio di chiusura di una regione pone il rischio di forze centrifughe. Questo territorio dovrebbe trovare la forza e l’orgoglio di aprire una vertenza vera con la regione,non voglio che questo territorio scelga la sua appartenenza. Vorrei che ci fossero state le rappresentanze della regione, e non solo il nostro rappresentante locale. Serve uno scatto di orgoglio. Creazione dell’intergruppo “orvietano bene comune”.. Vorrei non dover più sentire. il Tribunale è l’ultimo tentativo. Questo territorio, dovrebbe immaginare per il prossimo mese di settembre gli stati generali dell’Orvietano. Una piattaforma comune per la salvaguardia della nostra comunità e del nostro territorio”. Giuseppe Germani - capogruppo PD in Consiglio Comunale: “come gruppo consiliare abbiamo aderito subito a questa battaglia e saremo in prima linea sostenendo la proposta di revisione delle circoscrizioni giudiziarie in Umbria. Aderiamo senza se e senza ma alla battaglia che sta facendo l’Ordine degli avvocati di Orvieto. Si è voluto affrontare la razionalizzazione di una materia così complessa con una legge delega, su proposta del vecchio governo, senza attivare la partecipazione degli organi amministrativi periferici quali Regioni e Comuni, e forse, se gli stessi attori di oggi avessero costituito un tavolo di lavoro, nel quale proporre più di un anno fa, alla Regione Umbria, di attivarsi per governare il processo di riorganizzazione del territorio di competenza dei tribunali in un quadro complessivo, secondo criteri precisi quali: popolazione amministrata, territorio, carichi di lavoro, probabilmente ora avremmo maggiori possibilità di successo. Noi siamo d’accordo con quanto sostenuto dall’Ordine degli avvocati perché non si tratta di una semplice protesta, di difesa del campanile, ma di una proposta seria e di buon senso, finalizzata a mantenere in vita il Tribunale di Orvieto attraverso un processo di razionalizzazione dell’amministrazione della giustizia. Si propone di accorpare ad Orvieto il Tribunale di Todi, che è già sede distaccata di un altro Tribunale, quello di Perugia, nonché la circoscrizione territoriale dei Comuni di Alviano, Guardea ed Amelia che al momento sono compresi nel Tribunale di Terni: i numeri ci sarebbero per giustificare l’esistenza del Tribunale di Orvieto e noi siamo convinti che questa sia l’unica via percorribile se si vuole tentare, con qualche speranza di successo, di salvare il Tribunale dalla chiusura, senza pensare di prevaricare i confini amministrativi della Regione. Un’azione di questo tipo migliorerebbe: l’efficienza del ‘servizio di giustizia’, riequilibrerebbe il carico di lavoro dei Tribunali in Umbria, manterrebbe il decentramento, che rappresenta un valore, e ottimizzerebbe le risorse, senza alcun aggravio di costi per lo Stato. Con la chiusura del Tribunale di Orvieto il servizio di giustizia sarebbe meno facilmente accessibile per gli orvietani sarà, costerà di più. Inoltre comporterebbe l’impoverimento della Città e il venire meno di un significativo indotto economico. Ma queste argomentazioni, di per sé valide, sono ben poca cosa di fronte ad un processo di riorganizzazione della spesa pubblica che il Governo Monti, un governo d’emergenza che ha dovuto affrontare per evitare che il Paese cadesse nel baratro. Tutta la Nazione è chiamata a fare sacrifici per recuperare gli errori del passato e presentarci alla Nazione difendendo un’istituzione cittadina è una motivazione molto scarsa. Altra cosa è presentarsi con un progetto che, dati alla mano, dimostri che il provvedimento non produrrebbe quei risultati per i quali è stato posto in essere. Questa è una valida ragione giustificativa e siamo convinti che, prima che arrivino altre emergenze - vedi l’Ufficio Decentrato delle Entrate - sia compito della politica avviare una serie di azioni volte a difendere ciò che è rimasto nella Città e ad intercettare tutte le possibili ulteriori opportunità, affinché il meraviglioso contenitore di Orvieto non resti senza contenuto. Dobbiamo disegnare da subito un progetto per il futuro di Orvieto”. Andrea Sacripanti – Consigliere Provinciale (PdL): “in Regione vi sono 6 eletti della provincia Terni, 24 nella provincia di perugina. I numeri ci dicono perché è stato mantenuto il tribunale di Spoleto e non Orvieto. L’innominato è stato l’On. Benedetti Valentini che ha lavorato per salvare il tribunale spoletino, con il concorso di altri soggetti. Il presidente Polli non può limitarsi a chiedere il riequilibrio delle province se non si riequilibrano le forze. Stasera il comitato di pietra ci ha snobbato. Non c’è la governatrice Marini nè la sua Giunta. Di fronte a una disputa con Spoleto, il potere politico rappresentativo del perugino tende a salvare Spoleto non certo Orvieto. Cosa questa inconfutabile. Il problema di Orvieto si staglia in un terreno disastroso per noi. C’è la questione dell’Ospedale. Orvieto non può essere merce di scambio. Il problema non è solo il Tribunale ma il fatto che Orvieto è marginale rispetto a tutto. Per anni ci è stato detto che Orvieto doveva essere cerniera con altri territori, ma così non è. E’ per tutta questa serie di ragioni che annuncio la formazione in Consiglio Provinciale dell’intergruppo denominato ‘Orvieto bene comune’ che si propone di lavorare in modo unitario”. Fausto Galanello – Consigliere Regionale (PD): “l’iniziativa della Giunta Regionale è sfociata in un appello della Presidente Marini al presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ai suoi membri e ai parlamentari umbri invitandoli ad evitare che la riduzione degli uffici giudiziari si traduca per l’Umbria in una ‘bizzarra’ riorganizzazione. Con questo appello, la Presidente Marini chiede espressamente un intervento del Parlamento affinché si evitino ai cittadini umbri gravi disagi nel loro diritto alla giustizia. Quindi, non è messo in discussione il sostegno alla battaglia per la difesa del nostro tribunale. Le responsabilità ci sono molte, io mi assumo le mie. Ma credo che tutte le volte in cui la città ha saputo difendere e portare a casa un risultato è stato sempre quando ha saputo essere unita. Sulla Asl ricordo che fino all’ultimo rincorremmo altre situazioni. La proposta del procuratore Novarese è quella di restare in Umbria. Senza inseguire chimere, dobbiamo deciderci rispetto a come sta Orvieto all’interno del disegno di riforma regionale. Abbiamo la capacità di interrelazionarci con altri territori, con le unioni speciali? La sfida è questa, è dinanzi a noi per costruire il nostro futuro”. Carlo Tonelli – Consigliere Comunale di Orvieto: “i criteri di territorialità e altri, contenuti nei principi della legge, dobbiamo costruiamoli noi perché siano la creazione di una nuova area ed l’espressione di una economia dei servizi e di sviluppo. Gli strumenti ci sono. Auspico che l’occasione del Tribunale sia una occasione di sviluppo per altri tipi di attività, per l’economia di servizi e di sviluppo di attività economiche e per la piccola e media impresa. Ringraziamento il Sindaco e i parlamentari che hanno presentato una loro interrogazione. Bocciare il decreto forse è impossibile ma la politica si deve riappropriare del suo ruolo. Alla politica locale dico, approfittiamo della crisi per ridisegnare una nuova arra socio-economica. Invito invece la popolazione alla mobilitazione nelle forme che saranno decise”. Evasio Gialletti – capogruppo PSI in Consiglio Comunale: “iniziativa del Consiglio Comunale e Provinciale in seduta congiunta con il coinvolgimento della città è molto importante. Vista la partecipazione chiedo una nuova riunione della conferenza dei capigruppo con i rappresentanti degli avvocati. Nelle prossime ore dovremo andare a manifestare sotto il Senato. Sono d’accordo con altri interventi: non dobbiamo cercare i colpevoli. Se ad Orvieto se ne va anche il Tribunale è un colpo durissimo per la città. Dobbiamo attivarci per coinvolgere i territori limitrofi. A livello politico nazionale credo che i parlamentari debbano fare tutte le verifiche del caso prima di approvare questa proposta di riordino”. Guido Turreni – V. Presidente del Consiglio Comunale (PdL): “ringrazio il sindaco Concina per come ha oggi condotto il dibattito su La7 senza perdersi nei meandri dei tecnicismi. Ringrazio i cittadini e gli avvocati perché si è data una immagine unita di questa città. Esprimo invece rammarico rispetto ad alcune posizioni critiche su cui non mi soffermo. Penso che non finirà qua, e penso che gli orvietani non devono lasciare nulla di intentato. Non ultima la battaglia giudiziaria per l’eccesso di delega. Esprimo compiacimento per l’intergruppo nato in Provincia ed esprimo una nota di imbarazzo per l’assenza della Regione, ma non sono disposto a dire che dipende da noi orvietani. Trovo infatti che il disinteresse verso questo territorio sia manifesto su molte cose, non solo sul Tribunale. Trovo ingiusto che, al di la del Tevere ci sia tutto, e che qua del Tevere, ci sia rimasto molto poco”. Cecilia Stopponi – capogruppo PRC in Consiglio Comunale: “il primo risultato di questo consiglio è quello di far capire ai cittadini che la chiusura del Tribunale è sinonimo di impoverimento dell’intera città e che non riguarda la sola categoria degli avvocati. E’ un problema di indotto, di disagio per ’utenza nell’accedere ai servizi della giustizia e di allontanamento del cittadino dalla giustizia. Il tutto per un risparmio che non è certo inutile, ma sicuramente limitato nella portata. Con la premessa di recuperare nell’economia e nell’efficienza, il governo si appresta a tagli lineari su argomenti e temi dagli effetti devastanti. Quello che emerge drammaticamente è il metodo di manovre fatte in totale assenza di concertazione, che lo stesso Presidenti Monti ha considerato uno dei mali peggiori del passato. Anche se è vero che in questi mesi abbiamo recuperato una credibilità di serietà nel mondo, non sono stati però sfiorarti altri temi come il lavoro, lo sviluppo e credibilità sociale. Ora per il decreto inizia il percorso delle commissioni parlamentarti, benché si tratti di un parere consultivo, penso che comunque vada dato un parere negativo che ha pur sempre un suo significato”. On. Carlo Emanuele Trappolino: “dal momento che persiste una certa memoria corta tento di recuperare la memoria di quanto accaduto. Nello specifico abbiamo poco tempo e tutti gli sforzi che possiamo mettere in campo dobbiamo approntarli, e ritenerci mobilitati, avendo però la certezza del quadro in cui ci muoviamo senza alimentare false speranze per poi cercare capri espiratori. Prendersela con la Regione o con altri soggetti non aiuta, così come non aiuta l’ansia di fare delle cose quando, da mesi, non è stato fatto molto per allargarci agli altri territori. Ancora oggi stiamo discutendo di Asl. Serve coerenza. Il localismo è un valore aggiunto ma non serve se si persevera con la contrapposizione con gli altri territori che dovrebbero allearsi con noi. Il parere delle commissioni parlamentari potrà essere negativo ma se vogliamo dare un contributo a questo territorio dobbiamo fare con più umiltà un lavoro di allargamento che sarà valido per altre occasioni (compreso quello sull’affermazione del ruolo del nostro ospedale). Abbiamo tante cose che dobbiamo saper valorizzare in modo positivo. Auspicio perciò che in questi giorni, sulla vicenda del Tribunale, ci possano essere dei passi indietro e che il dibattito nelle commissioni possa consegnarci una deroga. I relatori hanno chiesto audizioni e l’accesso alle relazioni che hanno istruito la delega al Governo (un contributo reale che finora è stato negato alle regioni, ai sindaci, ai parlamentari). Dobbiamo organizzarci per rendere più forte questo territorio e la Regione stessa. Per capire dove stiamo andando. Oggi siamo dentro una delle crisi storiche più importanti e la prospettiva è quella di costruire uno stato europeo. In questi venti anni ci siamo riempiti la bocca di federalismo e di decentramento. L’idea della ristrutturazione dello Stato va ricercata con un grande sforzo e con il lavoro politico. Il valore aggiunto che il nostro territorio può dare a questa discussione va nella direzione dell’apertura e della costruzione di relazioni in tutti i campi, dai servizi sanitari alla giustizia, affrontando concretamente percorsi comuni con altri territori vicini e con uno sforzo in più delle regioni”. Nella seduta “aperta” delle Assemblea elettive del Comune di Orvieto e della Provincia di Terni sul tema della soppressione del Tribunale di Orvieto, i consiglieri Andrea Sacripanti (PdL), Giorgio Santelli (Idv), Stefano Garillo (Pd), Francesco Tiberi (PdL) e Daniele Longaroni (Pd) hanno annunciato e formalizzato ai vertici della Giunta e del Consiglio Provinciale la formazione dell’intergruppo denominato “Orvieto Bene Comune”. “Con la chiusura del Tribunale di Orvieto - sostengono i quattro consiglieri – il comprensorio orvietano si trova a vivere un ennesimo svuotamento delle istituzioni presenti sul suo territorio. Con la finanziaria di due anni fa si è provveduto a cancellare la presenza del Circondario dell’Orvietano che, nel tempo, ha rappresentato una importante occasione di confronto e di stimolo tra i sindaci del territorio e la Provincia di Terni. Ad oggi risulta inevasa da parte del Consiglio Provinciale la richiesta già da tempo presentata da parte dei sottoscritti, di creare una commissione per il decentramento che, oggi, a seguito dell’ipotesi di chiusura della Provincia di Terni resta addirittura superata. Siamo consapevoli di poter dare un maggiore contributo rispetto a quanto di positivo è stato già fatto in questi anni dalla Provincia di Terni, ma constatiamo che la marginalità in cui il territorio orvietano è stato relegato è frutto di scelte insensate perpetrate a livello nazionale e regionale. I consiglieri eletti nell’orvietano non vogliono tuttavia fare a meno di mettere tutto il loro impegno nel valorizzare il territorio di riferimento e superare in modo unitario quelle azioni provenienti dai livelli istituzionali superiori regionali e nazionali”. Per tali ragioni i consiglieri provinciali Sacripanti, Santelli, Grillo, Tiberi e Longaroni chiedono che “si arrivi ad una modifica urgente dello statuto e del regolamento consiliari al fine di permettere l’esistenza di intergruppi e di arrivare alla definizione dell’intergruppo denominati ‘Orvieto Bene Comune’. In attesa delle modifiche richieste, i consiglieri creano autonomamente tale intergruppo che, seppure non riconosciuto dal Consiglio per assenza di normativa, si propone di lavorare in modo unitario”. “L’intergruppo – concludono – si pone gli obiettivi di rappresentare le esigenze del territorio e di valutare il proprio atteggiamento nei confronti delle decisioni prese dal Consiglio e dalla Giunta in merito alle questioni che interessano l’Orvietano. Tutto ciò nella piena consapevolezza di voler rappresentare istanze superiori agli interessi di parte dei propri gruppi di appartenenza”. (fonte ufficio stampa comune di Orvieto)
 

 
Pubblicato il 17/07/2012

 

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