Caccia / il testo della mozione presentata da Petrineschi (Pdl)

 
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(PTN/MC) – TERNI – Sull’attività venatoria Torquato Petrineschi ha presentato la mozione che si riporta di seguito: “Dopo oltre sedici anni dall’entrata in vigore della legge statale 157/92, si ritiene necessario fare una verifica sugli effetti prodotti dall’applicazione di questa legge sulla gestione del patrimonio faunistico presente nel nostro Paese. Non vi è dubbio alcuno che, dall’analisi di questi effetti, emerga nel nostro Paese la necessità di aggiornare la 157/92 per fornire a tutti coloro che intendono favorire una corretta gestione del patrimonio faunistico e degli habitat naturali, più adeguati strumenti nel rispetto delle Direttive comunitarie di riferimento. Riteniamo che sia l’Unione europea, con le sue Direttive, il punto di riferimento che ci deve guidare nel migliorare la normativa nazionale. Riteniamo indispensabile fare tesoro delle esperienze positive maturate negli altri paesi membri dell’Unione europea, nei quali, oltre a garantire il rispetto delle Direttive comunitarie, viene garantito il rispetto degli usi, costumi e tradizioni locali. Esaminando le modalità di gestione del patrimonio faunistico ed ambientale nel nostro Paese, comparandole con le modalità di gestione esistenti negli altri 27 Paesi membri dell’Unione europea, abbiamo potuto constatare che la normativa italiana è, in assoluto, la più restrittiva d’Europa, sia per i tempi di esercizio venatorio consentiti che per il numero delle specie cacciabili che per le modalità con le quali questa attività viene consentita. Attualmente l’emendamento in discussione in Parlamento amplia le possibilità normative delle singole Regioni e sottolinea la dimensione della caccia come espressione di tutela dell’ambiente. Le nuove competenze daranno la possibilità alle Regioni di differenziare il calendario venatorio secondo le esigenze faunistiche del territorio; Riscrivere il piano faunistico provinciale con l’ausilio di un tavolo di concertazione all’interno della consulta provinciale della caccia con il coinvolgimento del Consiglio o di una sua rappresentanza, di associazioni del mondo venatorio, agricolo e ambientalista come organo consultivo della Provincia. Ridisegnare le zone di caccia, con il doppio intendo di garantire ad ogni cacciatore un’area dove esercitare l’attività preferita. La proliferazione delle specie predatrici va contenuta . Cinghiali, uccelli e volpi rischiano di arrecare danni all’agricoltura e all’ecosistema, quindi la caccia di selezione è la risposta al problema secondo nuove tipologie e nuovi regolamenti. Per salvaguardare le coltivazioni dobbiamo ottenere le deroghe per lo storno, fringuello e passero. • escludere dalla tutela, oltre che le talpe, i ratti, i topi propriamente detti e le arvicole, anche le forme inselvatichite del piccione domestico; • creare le condizioni affinchè l’Istituto Regionale per la Fauna Selvatica,della Regione dell’Umbria si coordini nella loro attività all'INFS di Ozzano Emilia (BO); • venga Abrogata altresí il comma 4 per consentire la possibilità di catturare e di detenere per l'utilizzo a fini di richiamo tutte le specie cacciabili e non solo le 10 (poi ridotte a 7) previste dall'attuale 157/92; • nel ribadire la possibilità di catturare e di detenere per l'utilizzo a fini di richiamo tutte le specie cacciabili (anche quelle in deroga) e non solo le 10 (poi ridotte a 7) previste dall'attuale 157/92, prevedere la sostituzione dell'obbligo di detenzione dei richiami vivi con l'anello inamovibile con il documento di attestazione di provenienza rilasciato dalle province competenti; • riportare l'I.N.F.S. sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri; • nel ribadire che la percentuale di territorio agro-silvo-pastorale da precludere all'attività venatoria non deve superare il 30%, rivendicare allo Stato e le regioni, nell'ambito delle rispettive competenze, tramite intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, a riperimetrare le aree protette e riportarle alla percentuale prevista dalla legge, inserendo le aree demaniali nella programmazione faunistico venatoria; • stabilisce altresí che l'addestramento cani con sparo all'interno dei campi addestramento appositamente autorizzati non è considerata come attività venatoria e puó quindi essere esercitata anche fuori dai periodi di caccia previsti dall’art. 18. • eliminare l'obbligo della scelta di caccia in via esclusiva che impone al cacciatore di scegliere preventivamente quale forma di caccia esercitare in via esclusiva • sancisce il diritto per ogni cacciatore di esercitare la caccia alla selvaggina migratoria in tutti gli ATC della regione di residenza venatoria. Oltre a questo il cacciatore puó usufruire di un pacchetto di 30 giornate per spostarsi su tutto il territorio nazionale al di fuori della regione di residenza venatoria esclusivamente per esercitare la caccia alla selvaggina migratoria; • inserire altresí il concetto di fauna selvatica come risorsa che puó contribuire ad incrementare il reddito dell'imprenditore agricolo; • riconoscere alle aziende agri-turistico-venatorie la possibilità di esercitare le attività consentite per tutto l’anno; • inserire il concetto delle cacce per periodi e per specie, come avviene in tutta Europa, prevedendo un arco temporale massimo che va dalla prima decade di settembre alla terza decade di febbraio. L'apertura per alcune specie puó essere anticipata dalle regioni alla terza decade di agosto. Si inseriscano alcune specie (come le oche ed il piccione selvatico) nell'elenco delle specie cacciabili dal momento che la loro cacciabilità nel nostro Paese è esplicitamente consentita dall'Unione europea nell’Allegato II/II della Direttiva CEE 409/79; • Vengano altresí eliminate le giornate di silenzio venatorio (martedí e venerdí), dal momento che l'Italia è l'unico paese in Europa ad adottare questa insensata restrizione. Il cacciatore potrà scegliere tre giornate di caccia tra le sette disponibili nell'arco della settimana; • Prevedere che le tre giornate settimanali a scelta sono integrabili con altre due giornate per la caccia alla selvaggina migratoria nei mesi di ottobre e novembre; • prolungare la giornata di caccia ad un'ora dopo il tramonto, oltre che per la caccia di selezione agli ungulati, anche per la caccia da appostamento agli acquatici ed ai turdidi; • favorire un maggior coinvolgimento del mondo venatorio nell’attuazione dei piani di controllo delle specie dannose, sempre con il coordinamento delle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazioni provinciali; • confermare la possibilità di acquistare e vendere esemplari di fauna selvatica purchè legittimamente abbattuti o detenuti.
 

 
Pubblicato il 09/02/2010

 

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