Ast / “Convocare al più presto l’azienda per conoscere le sue reali intenzioni”, mozione di Rosati (Prc)

 
marco rosati
(PTN/MC) – TERNI – “Convocare al più presto la direzione aziendale della ThyssenKrupp-Ast per conoscere le reali intenzioni dell'azienda sul futuro del polo siderurgico ternano e ribadire l’indisponibilità del territorio ad ogni ulteriore contrazione occupazionale e produttiva”. Lo chiede al presidente della Provincia Marco Rosati (Prc, nella foto) in una mozione presentata stamattina sulla situazione delle Acciaierie di Terni. Rosati invita il massimo responsabile di Palazzo Bazzani anche “a sollecitare presso la presidenza del Consiglio dei ministri, essendo ancora vacante il ruolo di ministro per le Attività produttive, le necessarie misure di tutela degli interessi del territorio ternano e dei siti strategici di ciò che resta dell’appartato industriale del paese, unitamente alla tutela delle aziende colpite dalla decisione della Commissione europea. La riapertura di un tavolo di confronto e di concertazione – prosegue poi Rosati - per affrontare la questione delle tariffe energetiche e delle sanzioni comminate alla ThyssenKrupp-Ast da parte della Ue e per l'aggiornamento del Patto di territorio è un elemento irrinunciabile di programmazione dello sviluppo del territorio, non appieno rispettato dalla ThyssenKrupp-AST, rispetto a cui non si può e non si deve dipendere esclusivamente dalla disponibilità dell'azienda a discutere. Contrariamente a quanto annunciato dall'amministratore delegato della ThyssenKrupp-Ast di Terni, che in data 21 maggio 2010 affermava l'intenzione di ridurre al minimo la fermata estiva per recuperare la perdita previsionale all’esercizio 2009-2010 di 63 milioni di euro, la fermata degli impianti di produzione ternani per i mesi di agosto e settembre 2010 è durata ben oltre il previsto, coinvolgendo in differenti modalità tutti i reparti. Tale fermata si è articolata nel modo seguente: per l'area caldo dall'8 agosto al 4 settembre; per l'area a freddo 2 settimane di stop per turno fino a metà settembre; per il centro finitura produzione ridotta al 50% per tutto il mese di agosto e blocco totale dal 14 al 16 dello stesso mese. La decisione è stata resa nota subito dopo che il board tedesco di ThyssenKrupp è ritornato in Germania dopo due giorni di visita negli stabilimenti di viale Brin nel mese di Luglio, segno di una probabile mutazione delle strategie produttive della multinazionale tedesca di cui a tutt'oggi non si conoscono né i contenuti, né gli obiettivi. Al calo di ordinativi rilevato dagli stessi sindacati è corrisposto un incremento della produzione di acciaio nello stabilimento di Shanghai e in altri impianti della multinazionale tedesca che pone seri dubbi riguardo alla volontà, da parte dell'azienda, di mantenere gli attuali assets produttivi e tecnologici del polo siderurgico ternano, già gravemente colpito dall'assorbimento di Titania, che prelude ad un’ulteriore spinta verso la monoproduzione di Inox. La Regione e le amministrazioni locali non sono in grado di valutare, a causa dell'assenza di un confronto in merito con la dirigenza aziendale, le conseguenze della decisione della Corte europea di rigettare il ricorso presentato dal Governo Italiano e la ThyssenKrupp in tema di agevolazioni tariffarie elettriche, che ha comportato la condanna per l’azienda a pagare una sanzione di 60 milioni di euro. La posizione espressa dall’amministratore delegato della ThyssenKrupp-Ast alle rappresentanze sindacali che alludeva a serie problematiche per la tenuta del sito ternano desta serie e fondate preoccupazioni, in quanto si è in presenza, per il terzo anno consecutivo, di un passivo alla chiusura dell’esercizio finanziario, passivo che, per la verità, può essere determinato anche dal merito delle scelte strategiche della multinazionale tedesca. Nel territorio e in particolare nella stampa locale si fanno sempre più insistenti le supposizioni riguardanti il futuro dell’area a caldo, che costituisce un elemento fondamentale per la tenuta complessiva dell’industria siderurgica ternana e di cui si ipotizza da tempo la prossima cessione o chiusura senza che la direzione aziendale si sia preoccupata né di smentire, né di confermare. I lavoratori dell'azienda subiscono da tempo questa situazione d'incertezza, che ha determinato non solo un forte e permanente ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria, ma anche l'inasprimento della condotta aziendale, culminato a maggio con il mancato pagamento dei premi di produttività trimestrali. Negli ultimi mesi le condizioni di lavoro negli impianti destano gravi preoccupazioni, in quanto si sono avuti due incidenti mortali ed altri episodi di scarsa vigilanza e di sottovalutazione, da parte della direzione aziendale, delle imprescindibili esigenze di sicurezza e di tutela dei lavoratori all'interno della fabbrica”.
 

 
Pubblicato il 09/09/2010

 

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