Caccia / Polemiche Fidc su territorio sottratto alla caccia: la replica dellassessore Beco
CACCIA / Polemiche Fidc su territorio sottratto alla caccia: la replica dellassessore Beco ----------------------------------- (PTN/MC) TERNI In riferimento alle polemiche della Fidc sulla Aatv Castelverde nel comune di Castelgiorno, lassessore provinciale alle Politiche venatorie Filippo Beco ha diffuso una nota con la quale si precisa quanto segue: Il rilascio, il rinnovo o la modifica degli istituti privati di caccia prevede che fino al 4% del territorio agrosilvopastorale della provincia di Terni possa essere destinato a tale scopo. Gli aventi diritto avanzano richiesta alla Provincia di Terni che una volta esaminata la pratica con apposita istruttoria ed acquisito il parere obbligatorio dellIspra procede, nel caso in cui sussistano tutti i presupposti, al rilascio della concessione. Risultando tutto nelle norme, la richiesta dellAatv Castelverde è stata accolta e conseguentemente consentito lampliamento richiesto. Tale ampliamento interessa una superficie di circa 46 ettari e pertanto la superficie complessiva è passata da circa 151 a circa 197 ettari. E quindi evidente che la riduzione di territorio risulta minima e non di centinaia di ettari come denunciato in modo strumentale dalla Fidc di Castelgiorgio. Per quanto riguarda la zona bianca per la caccia al cinghiale in battuta forse ci si riferisce al fatto che in quella zona la compagine boscata era stata individuata temporaneamente come settore per la caccia al cinghiale in battuta poiché tutto il territorio del comune di Castelgiorgio ricade in area non vocata alla specie cinghiale dove la presenza del cinghiale non può essere tollerata tantè che le ultime modifiche del Regolamento regionale 34/1999 sul Prelievo venatorio della specie cinghiale vietano la caccia in battuta in tutto il territorio non vocato. Le notizie riportate dalla stampa dove la Fidc di Castelgiorgio riscontrava gravi inadempienze da parte della Provincia di Terni e in particolar modo dei tecnici che hanno valutato tale pratica, sono da ritenersi assolutamente non corrette anzi gravemente inesatte in particolar modo perché sostenute da una associazione venatoria come la Fidc che dovrebbe sapere perfettamente liter burocratico a cui sottostanno i rilasci dalle autorizzazioni per gli istituti privati di caccia. Inoltre tale associazione dovrebbe essere aggiornata sulle modifiche apportate dalla Regione Umbria in merito alla caccia al cinghiale in battuta che non può essere esercitata in zona non vocata a tale specie.
Pubblicato il 02/10/2010