Acquasparta / Il Cardinal Antonelli benedirà “L’albero della vita” di Francesco Severini

 
albero della vita
(PTN/MC) – ACQUASPARTA – “L’Albero della vita”, il dipinto di Francesco Severini riceverà domenica prossima 19 dicembre la benedizione del cardinal Ennio Antonelli che sarà presente alle 11,00 nella chiesa dei santi Stefano e Cecilia. “L’Albero della vita” è un quadro ad olio su tela delle dimensioni di 132x145 cm e oggi è collocato stabilmente in una delle cappelle esistenti nella chiesa dei Santi Stefano e Cecilia. Si tratta di una donazione voluta dalla famiglia per onorare la memoria di Mara Bertoldi, scomparsa prematuramente due anni fa. Il dipinto nasce da una serie di intenti mirati ad assolvere una funzione celebrativa ma anche dalla necessità di ricondurre l’attenzione visuale su tematiche filosofiche e religiose. L’opera, è densa di riferimenti in tal senso, dalla concezione scenica alla natura dei soggetti che ne popolano lo spazio. Le figure centrali, quella di Maria e quella di Mara, la donna magnificata, individuano prospetticamente il punto nodale della scena. Delle due, solo una ha lo sguardo rivolto verso lo spettatore, a significare una attenzione autoriferita seppure scevra da ogni solennità. Ai lati di esse, due altre presenze femminili occupano il rispettivo spazio, l’una dai caratteri mediorientali e l’altra dal contegno distintivo di una donna di religione ortodossa. L’allegoria è emblematica di quell’unità ecumenica già preconizzata da Giovanni Paolo II, meravigliosa utopia positiva tutta incentrata nel fulcro figurale di Maria, presenza riconosciuta in ogni religione monoteista. Per questo l’opera è circolare: ogni linea di forza, ogni punto focale ruota quasi in maniera concentrica a costruire scenicamente una prospettiva centrale. Dove la figurazione si fonde con l’astrazione lirica del blu (l’infinito e la purificazione) che penetra il verde (il respiro e l’armonia, il colore che sintonizza l’incontro fra cielo e terra, tra fisicità e metafisica), a sintetizzare una fusione quasi indissolubile tra la realtà e la sua sublimazione. In questa apparente staticità, dove la sola figura di Maria accenna una lieve torsione del busto e delle vesti, sono situate tacitamente alcune simbologie naturali: il pettirosso, leggendaria incarnazione della passione di Gesù, il giglio, attributo di Maria, la rosa giallo arancio, prediletta da Mara. Inoltre, anch’essi inscritti in questo ideale moto rotatorio, due alberi i quali sono la ovvia rappresentazione del dualismo vita/morte: l’uno spoglio e stilizzato ad emblema della caducità delle cose terrene, l’altro rigoglioso di foglie e di frutti, ovvero espressione dell’abbondanza di messi spirituali in una visione trascendentale del Paradiso. Il magistero trova compimento nella figurazione di Cristo, albero della vita, anello di congiunzione tra la dimensione sensibile e terrena e la sfera spirituale e celeste, che compendia la passione quale anelito alla rinascita e alla pura gioia della realtà ultraterrena e, insieme alle altre due piante, chiude il cerchio della trilogia divina. In alto, solo una stella, simbolo di Maria, luce del mattino, ma soprattutto quella che illuminava il cammino dei Magi, ovvero il cammino della conoscenza.
 

 
Pubblicato il 17/12/2010

 

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