Statuto regionale / Cerquaglia (Psi): Tenere conto anche dei valori laici e libertari
(PTN/MC) TERNI LUmbria è anche il frutto di un impegno laico e libertario. Lo afferma Zefferino Cerquaglia (Psi, nella foto) che sul dibattito relativo alla proposta di inserire nello statuto regionale i riferimenti a San Francesco e San Benedetto da Norcia ha diffuso la seguente nota: Lo statuto della Regione Umbria, rielaborato dopo un lungo dibattito negli anni scorsi, contiene già i riferimenti culturali e storici che danno carattere specifico alla identità umbra, quale si è formata nei secoli e che è stata alimentata anche dal portato sociale e culturale di grandi personalità, quali Benedetto da Norcia e Francesco da Assisi e, di recente, intellettuali come Aldo Capitini, apostolo della non violenza. I temi universali del lavoro, della salvaguardia del bene natura e del valore della pace sono ampiamente recepiti nello Statuto a testimonianza del dettato costituzionale e della tradizione operosa e saggia della popolazione di questa Regione, quale si osserva scolpita nel paesaggio, nelle realizzazioni artistiche ed architettoniche. LUmbria è anche il frutto di un impegno laico e libertario che ha concorso alla realizzazione di uno stato moderno e di una società civile e democratica. Oggi ancora di più vanno difesi e nel concreto attuati questi principi: di fronte al mercato globale che impone nuovi confini e richiede relazioni internazionali altre e più efficaci, rispetto al consumo dissennato della risorsa ambiente che rischia di divorare il pianeta ed anche il nostro territorio, come risposta alle continue offensive contro la pace e contro la libertà di religione di cui sono vittime soprattutto i cristiani.Occorrono per questi obbiettivi forti iniziative politiche e diplomatiche e relazioni economiche non lasciate al solo mercato. La politica non può occupare tutto, ma senza progetti politici meditati e condivisi il mondo andrà alla deriva sempre più esposto ad egoismi di stati, di etnie, di ideologie o di singoli e a fondamentalismi di temi e con colori diversi sempre comunque a danno dei più deboli. Riteniamo pertanto che la prossima visita del Pontefice in Umbria sia un evento importante, per tutti; ma il valore di questo evento non può portare, in documenti fondanti di una istituzione dello Stato, ad identificazioni nominative che potrebbero apparire anche come confini. Bene farà la Chiesa a raccogliere la storia religiosa della nostra regione, compito questo importante anche per storici di diverse matrici culturali. La tutela e valorizzazione del nostro passato ci rafforza nel confronto con il mondo che cambia e dà energia ai processi di integrazione sociale e culturale. Diamo tutti il benvenuto al Papa che verrà nella nostra regione; essa ospitò anche un conclave, e in epoca moderna, ha accolto più volte il Pontefice. Ricordiamo con entusiasmo Giovanni XXIII nel 1962 in Assisi e a Terni Giovanni Paolo II nella acciaieria simbolo della moderna industrializzazione. Le parole di Benedetto XVI saranno per tutti noi stimolo per un impegno al confronto e alloperare concreto.
Pubblicato il 12/01/2011