Liberazione Terni / Presidente Polli a celebrazioni per 69esimo: “Il grande spirito di Terni è stato il motore della ricostruzione e ci farà uscire dalla crisi di oggi”

 
polli che parla nuova
(PTN) – TERNI – “Lo sciopero di martedì 18 deve essere una grande manifestazione di volontà ricostruttiva, ma anche di fiducia e di speranza, come lo fu 69 anni fa”. Lo ha detto stamattina il presidente della Provincia di Terni Feliciano Polli nel discorso tenuto in occasione della celebrazioni per il 69esimo anniversario della Liberazione di Terni. “Lo sciopero per l’Ast – ha dichiarato – deve darci una grande carica per affrontare insieme i problemi dello sviluppo e del lavoro. Insieme, dobbiamo riscoprire e mettere a frutto il patrimonio genetico di una città che si è espresso con successo 69 anni fa e nei decenni successivi, dobbiamo quindi metterlo al servizio di questa nuova, difficile stagione che abbiamo di fronte”. Polli ha elogiato lo spirito ternano che in tutti questi anni ha saputo ricostruire la città guarendola dalle gravi ferite inferte dalla guerra e dai bombardamenti. “69 anni fa – ha affermato – quando Terni fu liberata dall’occupazione nazifascista, era una città stremata, distrutta dai bombardamenti, addolorata per la morte di 2000 persone, ma non piegata. Aveva lottato per sopravvivere, prima, e per evitare ulteriori distruzioni, poi, difendendo ponti e fabbriche. 69 anni fa guardava già al futuro ed il futuro iniziò presto a costruirlo. La ricostruzione avvenne con il lavoro, la professionalità, l’innovazione, la ricerca. Le ferite nel cuore e nelle coscienze divennero stimolo, coraggio, impegno. Quelle nel tessuto della città, oggi del tutto scomparse, sono durate fino a pochi anni fa. Oggi sono tutte riassorbite in una città bella, moderna, ricucita in tutte le sue parti. Una città che abbiamo il dovere di difendere e sviluppare. Terni nel dopoguerra è stata un esempio di intraprendenza e modernità, con un forte ruolo nello scenario nazionale e internazionale, a livello industriale, di infrastrutture e di servizi innovativi. Testimonia una grande lezione delle generazioni che ci hanno preceduto, temprate dalla sofferenza, dai sacrifici, dal dolore, ma mai piegate. Oggi abbiamo ferite meno visibili, ma non meno gravi, anzi più profonde. Si dice che la crisi attuale sia peggiore di quella del 1929. Lo abbiamo detto il 2 giugno, solo pochi giorni fa: dobbiamo rimboccarci le maniche, tutti, nessuno escluso. Dobbiamo rimboccarcele e scrollarci di dosso il senso di impotenza e frustrazione paralizzante e inconcludente. Molti lo stanno facendo con importanti risultati di tenuta e di fiducia nel futuro. Dove ci sono progetti dobbiamo stringere, intervenire con decisioni, e concludere. Ma dobbiamo cercare anche idee e soluzioni nuove e solide”.
 

 
Pubblicato il 13/06/2013

 

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