Politica / Nota di Massimo d’Antonio sul futuro dell’Udc e sugli scenari di Scelta Civica

 
D'Antonio
(PTN) – TERNI – Sul futuro dell’Udc il capogruppo a Palazzo Bazzani Massimo d’Antonio ha affidato all’ufficio stampa la seguente nota: “Il commissario regionale Udc, l'amico Maurizio Ronconi, ha recentemente alimentato il dibattito sul futuro del partito. Questo anche alla luce delle risultanze dell'ultimo consiglio nazionale, che in buona sostanza ridisegna un futuro per l'Udc nell'alveo Ppe auspicando un dialogo con la parte "Forzista" del PDL in qualche modo ex o post berlusconiana. Ronconi ritiene che sia ormai il tempo di ammettere l'errore della alleanza 'centrista' con Scelta Civica movimento centrista ma non popolare, tecnocratico ma povero di afflato politico ed invece iniziare a lavorare per una nuova alleanza popolare che deve essere obiettivo dell'Udc. Ecco questo credo sia il punto che merita una riflessione più ampia. Chi come me ha militato nell'Udc nel corso degli ultimi anni scegliendola non per provenienza Dc o per militanza cattolica ma in quanto forza alternativa ai due grandi blocchi che si contrapponevano solo nella finzione scenica, lo ha fatto credendo e operando affinché l'unione di centro iniziasse un percorso per creare una nuova forza di stampo europeo dove trovassero cittadinanza il pensiero cristiano, liberale, repubblicano e riformista. Filosofie politiche fondanti delle repubblica italiana, schiacciate e scacciate dal nefasto bipolarismo che ha impoverito la nazione negli ultimi 20 anni. Infatti dall'unione di centro era stata lanciata prima l'idea del partito della nazione ed infine quella di Scelta Civica. Scelta questa che mi ha visto come molti amici partecipe e sostenitore, rimproverando semmai all'Udc di averla fatta solo a metà, di non avere avuto coraggio di cambiare fino in fondo esponendo il partito come una "bad company" rispetto alla freschezza della nuova compagine. Ora si vuole tornare indietro. Tornare al PPE, evocato quasi sempre con toni di catarsi, cancellando tutto quanto detto e fatto in questi ultimi 5 anni. Anni coincisi con il mio impegno riformista in consiglio provinciale. Ma quello che vale per l’Udc non vale necessariamente per Scelta Civica, che è nata per dare all’Italia un soggetto liberale e riformatore e che ha raccolto il voto di tanti italiani delusi sia dal Pdl che dal PD. Va detto con chiarezza che da venti anni la versione italiana del popolarismo europeo è Silvio Berlusconi ed il berlusconismo è il fenomeno politico che raccoglie stabilmente i consensi dei conservatori e moderati italiani. Difficile da digerire per chi guarda alla nobile tradizione della Democrazia Cristiana, ma è una verità con cui bisogna fare i conti perché la politica deve confrontarsi con la realtà. Quindi è necessario aprire nell'Udc umbra un profondo e serio dibattito sul futuro. Legittimamente nel partito ci saranno amici liberissimi di lavorare per consolidare il loro rapporto con il Ppe ma anche altri amici che provenendo da una tradizione repubblicana (come la mia), liberale o socialista riformista troveranno più naturale riconoscersi, guardando all'europa, nella casa dell’Alleanza dei liberali e dei democratici (Alde) che in Italia non ha per anni avuto più alcuna consistenza politica né parlamentare. È per questo che bisogna lavorare anche in Umbria per ricostruirla. Confrontandosi con tutti quegli amici che non vogliono tornare indietro, avendo l'onestà intellettuale di riconoscere che l’alleanza elettorale di febbraio non è stata un errore, ma una speranza per tutti quegli gli elettori di Scelta Civica che hanno votato per un soggetto coraggiosamente cristiano liberale, repubblicano e riformatore e non per l’ennesimo partito dei moderati”.
 

 
Pubblicato il 01/08/2013

 

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