Finanze / Presentato il bilancio di previsione 2013: garantiti i servizi nonostante i fortissimi tagli ai trasferimenti

 
palazzo bazzani scritta alta nuova
(PTN) – TERNI - La giunta provinciale ha presentato ieri in Consiglio il bilancio di previsione 2013. Illustrando la manovra, il vice presidente con delega alle Finanze Vittorio Piacenti d’Ubaldi ha sottolineato come Terni sia tra le 21 Province italiane a presentare un bilancio in equilibrio e tra le 10 Province a rispettare il patto di stabilità. Nonostante che i tagli operati con il meccanismo dei “consumi intermedi”, previsto nella spending rewiev (bocciata, tra l’altro, dalla Corte costituzionale), abbiano fortemente penalizzato Province come quella di Terni che eroga molti servizi delegati o decentrati, il bilancio 2013 garantisce ugualmente la continuità e il mantenimento dei servizi stessi e le iniziative innovative per la valorizzazione e lo sviluppo del territorio. La manovra si attesta su 66milioni di euro e concentra le modeste risorse per gli investimenti su scuola, viabilità, ambiente e formazione. Il complesso dei tagli ai trasferimenti da Stato e Regione ha superato negli multimi anni il 42% ( - 14,3 milioni di euro), mentre nel biennio 2011-2013 i tagli sono stati del 27,4%. In particolare in cinque anni (dal 2008) le spese correnti sono diminuite di 12 milioni e 700mila euro, cioè di circa il 25%. In virtù di questo, la Provincia ha attuato una politica finanziaria rigorosa, particolarmente attenta ed equilibrata. Sono stati infatti ridotti drasticamente gli incarichi esterni, il cui costo è passato da oltre 500mila euro del 2008 ad 80.000 nel 2013 (- 83,5%). Fortemente ridotto anche il numero delle auto di rappresentanza con un solo mezzo a disposizione e con costi che sono passati da oltre 62.000 euro del 2009 a 15.000 del 2013 (-75%). Diminuito anche il numero dei dirigenti e dei dipendenti passati da 411 a 351 con una minore spesa di oltre 1 milione e700mila euro (- 11%). Le spese di rappresentanza sono state ridotte, dal 2008 ad oggi, del 75% (da 22.226 euro a 4.700), le spese per convegni sono passate da 12.600 euro del 2009 a 700 euro (-95%), mentre sono state azzerate quelle per la pubblicità. Drastica riduzione anche per i costi generali della politica che insieme all’eliminazione della figura del direttore generale hanno determinato altri consistenti risparmi di risorse. Salvaguardati i diritti dei lavoratori, già penalizzati dal blocco della contrattazione nazionale e dalle incertezze sulla riorganizzazione istituzionale.
 

 
Pubblicato il 22/10/2013

 

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