Università / L’intervento del presidente Polli: “Proseguire nell’impegno comune per salvaguardare e consolidare il polo ternano”

 
Polli opere pubbliche
(PTN/MC) – TERNI –“In questi giorni si è conclusa una fase particolarmente difficile e delicata per la presenza universitaria a Terni e Narni. Una fase complicata dal forte peso dei tagli e dei vincoli delle normative imposte dal governo e che hanno finito per condizionare la vicenda. Ritengo tuttavia che l’esito sia corrispondente alle attese maturate e in larga parte condivise sia a livello istituzionale che di comunità nel suo complesso. Al centro delle aspettative, nella consapevolezza di dover rinunciare a qualcosa e di dover fare ulteriori sacrifici per sostenere la presenza universitaria, c’era l’idea di salvare le eccellenze (Medicina, Ingegneria, Economia, Scienze della Formazione e Scienze Politiche) qualificandole e rafforzandole affinchè quella ternana potesse diventare una presenza universitaria sempre più qualificata e apprezzata e nello stesso tempo un fondamentale strumento a supporto dello sviluppo del territorio provinciale e dell’intera regione. L’idea portante era quella di avere corsi di laurea completi, di unire didattica e ricerca e di rafforzare la residenzialità dei docenti, facendo di Terni sempre più una città universitaria. Tale risultato è stato il prodotto di un lavoro unitario delle istituzioni locali, della Regione e della comunità ternana nelle sue articolazioni socio-economiche oltre che del positivo rapporto anche con il Ministero dell’Università e della Ricerca. L’esito era tutt’altro che scontato e le insidie, che solo in parte sono emerse, sono risultate fortissime, facendo correre il rischio di compromettere il risultato finale. Basti pensare ad esempio alla prima offerta formativa presentata dall’Università di Perugia al Ministero. A fronte di questo impegno corale che ha portato a risultati sicuramente positivi e che si fonda, altro che guscio vuoto!, su una presenza universitaria significativa e qualificata, come abbiamo avuto modo di riscontrare dallo stesso Ministero, e su una solida reputazione nazionale e internazionale, è curioso l’atteggiamento di chi, fortunatamente in posizioni marginali, si cimenta nello sforzo improduttivo di cercare necessariamente il pelo nell’uovo senza che si riesca a capirne le ragioni. Ritengo sia molto più produttivo ed utile dare vita ad un’azione seria e consapevole, così come abbiamo già iniziato a fare, che tenda a consolidare i risultati ottenuti, partendo dalla considerazione che si tratta di un primo importante traguardo senza il quale però oggi non staremmo a parlare di presenza universitaria a Terni. Un traguardo da considerare quindi come punto di partenza di un processo che dovrà vedere, così come avvenuto nel recente passato, un grande sforzo unitario che coinvolga le istituzioni locali, la Regione, l’Università e le componenti sociali e culturali per consolidare e rafforzare la presenza del polo universitario nel nostro territorio. Una presenza che dovrà essere sempre più qualificata, integrata con il mondo che cambia, elemento di stimolo, supporto e trasferimento tecnologico e attrattiva, per la sua qualità, anche fuori dal territorio provinciale. Quest’impegno risulta indispensabile anche a fronte delle politiche del Governo che prevedono ulteriori tagli e forti vincoli che noi dobbiamo saper affrontare e risolvere. Per partire con il piede giusto e proseguire nella strada tracciata dobbiamo chiedere all’Università l’apertura di un confronto serio e tempestivo sulla questione delle sedi e della sua presenza complessiva a Terni che non può ridursi a mere questioni regolamentari, ma deve diventare un’occasione di riflessione e decisione a supporto della nuova fase che si è recentemente aperta. L’obiettivo è particolarmente importante e sentito dalla nostra comunità, così come dimostrato dalla forte attenzione sul tema oltre che dall’ampio dibattito in corso. E’ necessario e opportuno che la fase che si è appena avviata, altrettanto delicata e rilevante come quella che è alle nostre spalle, venga affrontata con la stessa consapevolezza che ha caratterizzato quest’ultimo periodo. Con questo auspicio, nella convinzione che non ci può essere soluzione di continuità nell’impegno di tutti, dobbiamo continuare a confrontarci e a lavorare insieme affinché la strada maestra già intrapresa possa produrre ancora risultati concreti e speranze per il futuro e per fare in modo che l’Università di Perugia diventi sempre più Università della regione”.
 

 
Pubblicato il 24/06/2010

 

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