Province / Lettera ai dipendenti del presidente Upi nazionale Saitta
(PTN) - TERNI - Carissimi, in un momento di così grave incertezza sul futuro delle Province e del vostro lavoro, sento forte il bisogno di farvi sentire la mia personale presenza e rendere evidente, con questa mia lettera, la piena consapevolezza dellUnione delle Province italiane rispetto al vostro disagio, allo sconforto, alle preoccupazioni che investono il vostro futuro. E un Paese strano il nostro, dove prendono corpo e vengono innalzate al rango di dogmi e norme, slogan e messaggi propagandistici privi di contenuto e di rilevanza di politicanti ed editorialisti, e restano invece inascoltate le analisi serie, fondate su dati e su studi, di eminenti economisti, sociologi, costituzionalisti. Questo accade per le Province, da anni ormai utilizzate per campagne di stampa utili solo a distrarre il Paese dalle reali emergenze che stanno portando alla rovina famiglie e imprese: il lavoro che non cè, i giovani che smettono di studiare perché demotivati, un sistema sociale sempre più fragile che dimentica anziani e disabili, un welfare sanitario che non assicura più il diritto a tutti i cittadini di essere curati al meglio. Di fronte alla drammaticità di questi eventi, il Governo, lennesimo, ha ritenuto urgente approvare un Disegno di Legge Costituzionale per abolire le Province, meglio, per cancellarne la parola dalla Costituzione, sperando così di avviare una nuova opera di distrazione di massa e di potere eludere le vere richieste di riforma che dai cittadini arrivano: il dimezzamento dei parlamentari, laccorpamento delle Regioni, la cancellazione di quelle a Statuto speciale, leliminazione degli enti strumentali creati per amministrare il bene pubblico lontano dai controlli. Presentando questo Disegno di Legge il Presidente del Consiglio si è affrettato a sottolineare che il personale delle Province verrà salvaguardato, mostrando così di non avere idea della condizione del lavoro pubblico negli enti locali in Italia. Immaginare uno spostamento di massa di tutti i dipendenti delle Province verso le Regioni o i Comuni è infatti del tutto impossibile. Le piante organiche delle Regioni, infatti, a differenza di quelle delle Province, da anni sono inzeppate allinverosimile, e gli esuberi già esistenti sono tali da non permettere assorbimento di altro personale. Nei Comuni, specie in quelli più piccoli, le professionalità delle Province invece diverrebbero del tutto inutili e inutilizzate. Il Presidente del Consiglio poi trascura un aspetto che per chi, come me, lavora ogni giorno a contatto diretto con il proprio personale, è del tutto evidente: i dipendenti delle Province hanno professionalità elevate, sono orgogliosi del loro lavoro al servizio dei cittadini, non hanno alcuna intenzione di essere mandati a trascorrere tempo infruttuoso dietro a scrivanie dove nulla di quanto hanno finora fatto sarebbe loro concesso di continuare a fare. I dipendenti delle Province non sono fannulloni, e non vogliono essere costretti a diventarlo perché piazzati ad occupare una sedia in Regione o in Comune. Contro questo disegno, dettato dal qualunquismo, lUnione delle Province dItalia si è finora opposto e continuerà a farlo con determinazione, non solo con la protesta ma anche con lo spirito di proposta e collaborazione che ha contraddistinto il nostro operato, certi come siamo che il Paese e le istituzioni abbiano bisogno di riforme utili e non di finte riforme. Da soli però non riusciremo ad andare avanti: fin quando non si comprenderà che smantellando le Province non solo si cancella la storia del Paese e si sgretolano le uniche istituzioni che a livello locale assicurano efficienza di servizi e gestione oculata dei bilanci, ma si mettono a rischio il lavoro di 56 mila persone e il futuro delle loro famiglie, non saremo ascoltati. Si continuerà a considerare leliminazione delle Province solo come una questione che interessa una manciata di politici locali e si lascerà che il tema della tutela dei lavoratori delle Province non venga nemmeno sollevato. Per questo vi incoraggio a fare sentire anche la vostra voce: con i sindacati di rappresentanza, presso i partiti politici, con i rappresentanti parlamentari eletti nei vostri territori, con i cittadini delle vostre Province, con i media locali e nazionali. LUnione delle Province dItalia ed io personalmente saremo disponibili ad intervenire a manifestazioni, incontri, occasioni di protesta che vorrete organizzare per dimostrare quanto leliminazione di questa istituzione sia da considerare un grave errore e una scelta inaccettabile. Ogni occasione è utile per dimostrare la nostra contrarietà a questo provvedimento e a decisioni che non siano di riordino dellente ma di pura eliminazione, prive tra laltro di alcun disegno certo su quale futuro assicurare al governo dellarea vasta. A questo scopo, vi segnalo che si è aperta l8 luglio e andrà avanti fino all8 ottobre prossimo la consultazione pubblica voluta dal Governo sulle riforme costituzionali. Sul sito www.partecipa.gov.it è dunque possibile rispondere a due questionari sulle riforme costituzionale, uno breve e laltro più approfondito. Ovviamente tra le domande vi è quella relativa alla abolizione delle Province. E evidente che i risultati del questionario saranno utilizzati in maniera strumentale per affermare il principio che le riforme, e labolizione delle Province, sono volute dai cittadini. Lo dimostra anche la grande chiarezza e nettezza con cui la domanda sulle Province è posta, facilmente comprensibile a chiunque, rispetto alle fumose circonlocuzioni utilizzate per conoscere il parere degli stessi cittadini sulle Regioni, e ancora di più su quelle a Statuto speciale. E quindi importante riuscire a provare a controbattere a questa ennesima deriva demagogica, invitando quante più persone possibili a compilare i due questionari e indicando la contrarietà allabolizione delle Province. Mi permetto di allegarvi un manifestino che potete utilizzare a questo scopo che vi prego di diffondere quanto più possibile in modo che in tanti possano intervenire alla consultazione nei tempi previsti. Nel testo, per ogni utile contatto anche per manifestazioni e eventi che vorrete organizzare, troverete tutti i riferimenti dellUnione delle Province dItalia. Se tutti voi dipendenti, sensibilizzando anche le vostre famiglie e gli amici, risponderete al questionario avremo quantomeno dimostrato che non esiste una volontà così netta dei cittadini ad abolire le Province: perché voi, prima ancora che dipendenti pubblici, siete cittadini e anche la vostra voce merita di essere ascoltata. In attesa di potervi incontrare, vi invio un mio caro saluto Antonio Saitta
Pubblicato il 29/07/2013