Territorio che la ospita
L'area di studio di cui si occuperà in via preliminare il progetto pilota, comprende prima di tutto l'ambito territoriale dell' "Alto Orvietano", come omogeneamente definito nel PTCP della Provincia di Terni, comprendente i Comuni di Fabro, Ficulle, Monteleone d'Orvieto, Montegabbione, Parrano e San Venanzo, situati amministrativamente al margine nord-occidentale della Provincia di Terni.
Da un punto di vista morfologico il territorio è costituito da una regione per lo più alto collinare - la cui cima più alta è costituita dal Monte Arale di 853 m. all'estremo Nord - racchiusa tra i sistemi vallivi dei fiumi Tevere ad Est, Nestore a nord, Chiani e Paglia ad ovest (entrambi affluenti del Tevere).
Su una superficie complessiva di circa 380 kmq. risiedono 10.000 persone, con una delle densità abitative più basse dell'Umbria (26 ab./kmq), che scende in alcune aree, come la futura oasi naturalistica della Serpolla, a 1,5 abitanti per kmq.
Paesaggisticamente appartiene al subsistema settentrionale individuato dal PTCP del 1999, presenta una alto grado di copertura boschiva (oltre il 50% del territorio), a cui il Piano Provinciale attribuisce
l'importantissimo ruolo di unico serbatoio e generatore di naturalità dell'Umbria, con peraltro un' economia agricola ancora relativamente significativa.
La rilevanza dell'area dal punto vista paesaggistico-ambientale è stata confermata nel 2002 con l'istituzione da parte della Regione Umbria del Sistema Territoriale d'Interesse Naturalistico Ambientale (S.T.I.N.A.) del Monte Peglia e Selva di Meana. Lo S.T.I.N.A. ha successivamente permesso l'istituzione delle Aree Naturali Protette (Parchi Regionali) dell'Elmo-Melonta, del Vulcano di San Venanzo e della Selva di Meana, che formeranno una rete comprensoriale con i preesistenti Parchi Regionali del Tevere (ed annessa oasi d'Alviano) e Monte Rufeno.
L'importanza dal punto di vista naturalistico è confermata anche dalla presenza accertata del lupo, del gatto selvatico e della lontra.
La tipologia insediativa dominante è costituita da paesi e borghi in parte fortificati e da un'edilizia rurale sparsa, per lo più in pietra, che ha subito gravi fenomeni di abbandono a partire dagli anni '50, parzialmente arginati dall'acquisto e ristrutturazione in anni recenti da parte di "immigrati" dall'esterno e dall'estero.
Pur presentando l'area una chiara vocazione turistica ed agrituristica, la struttura ricettiva è assolutamente carente sia da un punto di vista quantitativo e distributivo, che da quello qualitativo, mentre estremamente consistente è il fenomeno delle seconde case.
Crocevia di genti e culture diverse fin dalla preistoria, presenta un patrimonio archeologico, storico, artistico e demo-etno-antropologico di assoluto valore, in parte non ancora studiato o raccolto, scarsamente fruibile, spesso minacciato da interventi non sostenibili.
Il territorio è animato dalla presenza di diverse associazioni culturali, che stanno tentando un coordinamento sovracomunale, da alcuni centri di documentazione su tematiche specifiche (archeologia, geologia, musica), da alcuni musei locali, teatri e biblioteche comunali.
A questa dotazione di base corrisponde una pluralità di modalità di gestione e funzionamento delle strutture e degli spazi, spesso con carenza di risorse gestionali e strumentali, e senza un reale coordinamento a livello di area, con conseguenti difficoltà gestionali-organizzative e penalizzazioni in termini di visibilità ed efficacia nell'attrarre visitatori e fungere da centro di animazione culturale del luogo.
Proprio in considerazione di questa situazione un gruppo di residenti in diversi comuni del territorio si sta organizzazione con l'obiettivo di promuovere la conservazione e valorizzazione delle aree individuate e di offrire la propria collaborazione alla realizzazione del progetto pilota "ecomuseo del paesaggio" ed alla futura gestione ecomuseale, con il coinvolgimento attivo della comunità, delle istituzioni scolastiche, culturali e delle associazioni locali, la cui partecipazione è condizione imprescindibile per la realizzazione imprescindibile per la realizzazione del progetto.
Nello svolgimento della fase di studio e ricerche del progetto pilota, una volta stabiliti i criteri indicatori per la valutazione dell'omogeneità delle aree da includere nel progetto ecomuseale, si prenderanno in considerazione anche altre aree limitrofe, in particolare Allerona verso ovest per verificare la fattibilità dell'allargamento di una proposta ecomuseale a tutto il paesaggio dell'Orvietano settentrionale, ed eventualmente la zona di Greppolischieto, appartenente amministrativamente al Comune di Piegaro (provincia di Perugia) verso nord, ma storicamente, culturalmente e socialmente collegato del progetto.
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