Le dimensioni della sostenibilità
Non si può parlare del concetto di sviluppo sostenibile se non in termini multidimensionali: ambientale, sociale ed economica. Esso appare come un sistema di obiettivi di fondo costituito da:
- Integrità dell’ecosistema, evitando trasformazioni strutturali e irreversibili per effetto dell’azione umana;
- Perseguimento dell’efficienza economica, in senso biologico, attraverso un uso cosciente e ridotto delle risorse non rinnovabili a favore di quelle rinnovabili;
- Equità sociale sia all’interno di una singola comunità (equità intragenerazionale) sia, , rispetto alle generazioni future (equità intergenerazionale), in una prospettiva temporale di lungo periodo.
I processi di concettualizzazione e di traduzione operativa del tema della sostenibilità ambientale, si sono sempre più orientati a capire come nelle attuali condizioni storiche, ambientali, economico-finanziarie, di antropizzazione, di produzione, di comunicazione globale, ecc…, le società contemporanee possano sviluppare nel loro seno spirito di comunità e interdipendenza tra gli uomini, e tra questi e le comunità delle altre specie viventi vegetali e animali. Rinnovate capacità, saperi e un coerente agire, quindi, che ricostruisca un rapporto simmetrico fra le specie umana e il resto del mondo vivente, dove prelievi e restituzioni siano equilibrati nel "tempo lungo". Sostenibilità, intesa anche, come insieme di relazioni e di effetti ed impatti, che stiano dentro certi limiti esistenti anche temporali: le dinamiche della biosfera sono generalmente più lunghe.
Il concetto, quindi, di sviluppo e società sostenibile acquistano completezza quando si tiene conto anche di tre componenti intrinseche alla sostenibilità: sociale, economica, ecologica.
Sostenibilità Ecologica
Lo sviluppo sostenibile implica il mantenersi entro la capacità di carico dei sistemi ecologici, ovvero regolando l’input di risorse naturali nel sistema economico (inclusa la trasformazione diretta e indiretta degli ecosistemi) e l’output di rifiuti in modo da mantenere la produttività e la funzionalità dei sistemi ecologici. In pratica questo significa mantenere i processi ecologici (cicli biogeochimici, biodiverstà, stabilità degli ecosistemi, evoluzione della specie) e usare le risorse in modo sostenibile. L’uso sostenibile, in particolare, richiede di: 1) Usare le risorse naturali rinnovabili su livelli che ne consentano la rigenerazione naturale, mantenendo la funzionalità degli ecosistemi e non solo la produttività della singola risorsa; 2) Usare le risorse non rinnovabili su un livello che dia li tempo di sviluppare alternative rinnovabili; 3) Regolare le emissioni di rifiuti nell’ambiente su livelli che ne consentano il completo assorbimento nei cicli naturali."
Sostenibilità Economica
Tradizionalmente la sostenibilità economica implica il mantenimento del capitale. Da essa deriva la classica definizione di reddito (Hhics) che indica quanto un soggetto può consumare in un certo periodo di tempo senza ridurre la sua ricchezza (il capitale). Questa è già una definizione di sostenibilità Purtroppo però tra capitale artificiale o manufatto (riproducibile, come dicono gli economisti), capitale sociale-umano e capitale naturale, l’economia si è occupata molto del primo, poco del secondo e nulla del terzo. Questa trascuratezza dipende dal fatto che fino agli ultimi decenni il capitale naturale (foreste, suolo fertile, pesce, aria pulita) non era scarso. Inoltre l’economia valuta il capitale in valore monetario ma le funzioni ecologiche non hanno prezzi di mercato e il loro costo è difficile da valutare. La sostenibilità economica implica la piena valutazione delle tre forme di capitale, l’internalizzazione di tutti i costi, inclusi quelli futuri, la strutturazione di un mercato concorrenziale che possa svilupparsi senza dipendere dalla crescita materiale.
Sostenibilità Sociale
Lo sviluppo sostenibile richiede strutture e organizzazioni sociali dove le comunità controllano le risorse naturali e sono capaci di gestirle razionalmente. I costi sociali dell’intero ciclo di produzione e consumo devono essere internalizzati. La sostenibilità sociale si fonda su di un elevato grado di equità e giustizia sociale, di identità culturale e coesione sociale e di partecipazione alle scelte e all’assunzione di responsabilità. Lo sviluppo sostenibile deve favorire il mantenimento e la crescita del capitale sociale in termini di coesione e interdipendenza positiva delle comunità e della vita culturale, oltre a fattori già oggi più considerati come educazione, salute, formazione professionale.
Quello che emerge come evidente in questo percorso, allora, è che il complesso delle cose da ripensare e da fare ai macro e ai micro-livelli, (es. il controllo demografico, l’orientamento verso una politica dei bisogni essenziali, l’assunzione delle componenti ambientali nelle attività produttive, il controllo dell’inquinamento, la riduzione drastica del prelievo delle risorse non rinnovabili come materie prime, ecc..) rimanda in fondo all’obiettivo primario di sfidare i fondamenti del modo di stare e agire insieme degli uomini, del vivere umano associato.
La crisi ambientale, e le caratteristiche critiche di come l’uomo si posiziona rispetto agli altri sistemi della terra, hanno infatti raggiunto attribuzioni di significato collettivo (riconoscimento di fenomeni di rilevanza pubblica), di dimensione planetaria, e come tali diventano problema sociale (social problem), vale a dire che incorporano la dimensione del mutamento. Si determina, cioè, una tensione che interferisce con il sistema dei valori che definiscono ciò che è bene, importante e desiderabile in un sistema sociale storicamente determinato. Una tensione anche di natura conflittuale, perché si constatano orientamenti politici, culturali, economici, differenti e divergenti.
La sfida che lo sviluppo sostenibile propone, può essere raccolta se ci si convince che occorre partire da un’autoriflessione sistematica sui fondamenti culturali e cognitivi, dalla convinzione che una forma di sviluppo è l’espressione più o meno coerente di una forma di organizzazione sociale. Risulta necessario, quindi, legare il concetto di sviluppo sostenibile, anche a nostro avviso, alle rilevanti mutazioni e cambiamenti delle dinamiche della società, che riguardano alcuni contesti come: i modelli di governabilità, la formazione delle decisioni pubbliche e di interesse collettivo, l’incidenza dell’azione degli attori sociali ed economici nella realtà sociale, l’accesso diffuso alle conoscenze, l’autonomia degli individui e dei soggetti collettivi, che si esprime attraverso una inedita soggettività, e capacità, quindi, di produrre processi di mutamento e coesione sociale, in dimensioni soprattutto locali. Molto di questo è stato infatti assunto nei vari documenti e contributi orientativi europei e internazionali.
A titolo orientativo, rispetto ai diversi temi e questioni trattate si indicano i seguenti riferimenti bibliografici:
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