Sviluppo sostenibile
Il summit organizzato dalle Nazioni Unite su "Ambiente e Sviluppo" (UNCED - United Nations Conference on Environment and Development) svoltosi a Rio de Janeiro nel giugno 1992, rilancia l’idea di sviluppo sostenibile come integrazione dei due elementi: ambiente quale dimensione essenziale dello sviluppo economico e responsabilità tra le generazioni nell’uso delle risorse naturali.
I 180 capi di governo di tutto il mondo sottoscrissero il programma di AGENDA 21, un documento di principi, obiettivi e azioni per la promozione di uno sviluppo più equilibrato che sappia coniugare lo sviluppo economico, la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute per il XXI secolo.
Nella "Dichiarazione di Rio sull’ambiente e lo sviluppo" viene confermata ed ampliata l’intenzione scaturita dalla Dichiarazione di Stoccolma del 1972 di continuare la costruzione di una nuova ed equa partnership globale, attraverso la creazione di nuovi livelli di cooperazione tra gli Stati, i settori chiave della società ed i popoli, operando in direzione di accordi internazionali che rispettino gli interessi di tutti e tutelino l’integrità del sistema globale dell’ambiente e dello sviluppo.
Il concetto di "sviluppo sostenibile" è introdotto e definito ufficialmente nel 1987 dal rapporto "Our Common Future" della Commissione Mondiale sull'Ambiente e lo Sviluppo (WCED), noto come Rapporto Brundtland che dichiara:
"lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che soddisfa i bisogni della presente generazione senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri".
Dalla definizione emerge una nuova dimensione culturale orientata al futuro, per uno sviluppo nuovo, sostenibile, che ha le sue radici nella dinamica del presente, ovvero nella possibilità delle trasformazioni culturali e nella disponibilità al cambiamento e al miglioramento qualitativo della vita.
Nel 1991 il Programma Ambiente dell'Onu (Unep), la World Conservation Union (IUCN) e il Fondo Mondiale per la Natura (WWF) hanno ulteriormente specificato il concetto di sviluppo sostenibile come:
"il soddisfacimento della qualità della vita mantenendosi entro i limiti della capacità di carico (carrying capacity) degli ecosistemi che ci sostengono".
L’ICLEI (International Council for Local Environmental Initiatives, 1994) sottolinea che lo sviluppo sostenibile è un concetto dinamico che non può prescindere dalle tre dimensioni: ambientale, sociale ed economica (the three pillars).
"lo sviluppo sostenibile è lo sviluppo che garantisce a ognuno i servizi ambientali, sociali ed economici di base, senza minacciare l’evoluzione dei sistemi (naturale, costruito e sociale) dai quali dipendono tali servizi".
Nel 1994 le autorità locali di 80 paesi europei riunitesi alla prima Conferenza Europea sulle Città Sostenibili sottoscrissero un documento noto come la "Carta di Aalborg" in cui si definiscono i principi dello sviluppo sostenibile per favorire l’avvio del processo per un modello urbano sostenibile, da cui prese l’avvio la Campagna delle Città Europee Sostenibili.
"La sostenibilità non rappresenta uno stato né una visione immutabili, ma piuttosto un processo locale, creativo volto a raggiungere l’equilibrio che abbraccia tutti i campi del processo decisionale locale".
(Carta di Aalborg, 1994)
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