Cooperazione

 
 

COOPERARE PER CRESCERE
Il motore della politica di un ecomuseo è la cooperazione

Cooperazione, scambio di esperienze, partecipazione, comunicazione, solidarietà, sostegno reciproco sono concetti e azioni ormai connaturate a qualsiasi progetto innovativo in una società sempre più interconnessa, ed ancor più nel caso in cui questi progetti nascano dal basso, coinvolgendo territori rimasti ai margini di scambi e relazioni economiche e culturali significative.
Gli Ecomusei che stanno ovunque diffondendosi in Italia e che si sono ritrovati molto numerosi nel primo Incontro Nazionale lo scorso ottobre a Biella, rappresentano per lo più realtà poco conosciute di rilevante valore, ma scarsamente interrelate e sostenute.
Per questo motivo il documento conclusivo dell'incontro di Biella impegna gli Ecomusei italiani ad lavorare per la formazione di un coordinamento nazionale e per un riconoscimento legislativo a diverse scale.
Anche il Progetto pilota per l'Ecomuseo del Paesaggio ha raccolto questa indicazione, configurandosi fin dall'inizio come un progetto di cooperazione interterritoriale. Per questo motivo è stato inserito nell'Asse 2 del Piano di Sviluppo Locale del Trasimeno Orvietano approvato dalla Regione Umbria all'interno del Programma Europeo Leader + operante fino al 2006.
Cooperare significa, per questa tipologia di progetti, non solo scambiare con i partner informazioni, conoscenze, esperienze, visite, ma concertare metodi, tempi e risorse per realizzare assieme qualcosa di concreto, visibile e condiviso.
Ma cooperare, lo sappiamo tutti a partire dalla nostra vita quotidiana, è difficile. E lo è ancor più tra realtà diverse e fisicamente lontane.
Cooperare richiede alcuni principi e regole condivise, richiede rispetto ed attenzione, flessibilità e tempo. Richiede di rallentare per attendere gli altri, o accelerare per stare al passo; di mediare tra linguaggi ed obiettivi diversi, di esprimere e di ascoltare, di rinunciare al primato delle proprie opinioni per arricchirle con il contributo di quelle degli altri.
Richiede umiltà e creatività nello stesso tempo.
In questi mesi abbiamo cominciato a stabilire contatti con diverse realtà. Abbiamo avuto come gradito ospite nella presentazione del progetto il 12 dicembre ad Orvieto, l'Ecomuseo del Casentino dalla vicina Toscana. A febbraio abbiamo scambiato esperienze e cominciato a formulare proposte concrete di cooperazione con l'Ecomuseo del Vanoi (uno dei 4 riconosciuti dal Trentino).
Abbiamo apprezzato la presentazione dell'idea e dell'esperienza delle Parish Map inglesi che ci ha portato Donatella Murtas del Laboratorio Ecomusei della Regione Piemonte.
Ma abbiamo anche incontrato le molte difficoltà su cui i progetti di cooperazione inciampano a livello amministrativo.
Assieme al Gal Trasimeno-Orvietano stiamo alacremente lavorando per sciogliere tutte le riserve dei partner, affinché a breve la cooperazione diventi un progetto coordinato, ricco e condiviso con tutte le comunità che animano gli ecomusei coinvolti.

 

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