Mappe di comunità
L'idea delle Parish Maps nasce in Inghilterra quale frutto della felice intuizione di Common Ground, un'associazione che, prima tra tutte, scelse di dedicare le proprie energie alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio locale attraverso il coinvolgimento attivo delle comunità locali. Sono gli anni '80 quando l'idea viene lanciata e da allora Common Ground ha continuato a sostenere e incoraggiare numerosissimi gruppi locali che, entusiasti dell'idea, hanno deciso di realizzare la mappa del proprio comune, del proprio villaggio, del proprio luogo di residenza. L'aggettivazione "Parish", scelta da Common Ground per accompagnare Map, evidenzia chiaramente come l'obiettivo principale non sia quello di dare attenzione a un luogo definito da rigidi confini amministrativi - siano questi comunali o legati ad antiche proprietà ecclesiastiche - ma piuttosto come venga privilegiata quella che viene definita "la più piccola arena in cui la vita è vissuta". A diventare luogo deputato di precise attenzioni è allora solo quel territorio che ha un significato particolare proprio per noi, quello di cui abbiamo personale conoscenza, nei riguardi del quale ci sentiamo fedeli, protettivi e attenti, quello di cui abbiamo misura e che, in qualche modo, esercita su di noi la capacità di modellarci.
Nell'anno 2000 l'amministrazione del West Sussex County decide di affrontare la scommessa e avvia sul proprio territorio il progetto delle Parish Maps quale iniziativa dedicata a celebrare il Millennio del West Sussex: le Parish Maps hanno tutti i requisiti necessari a documentare, in questo momento molto particolare della storia, gli aspetti più significativi di persone e luoghi.
A tal proposito è stato creato un Laboratorio Formativo per facilitatori che ha il compito di accompagnare la fase di sviluppo dei Laboratori per le mappe di Comunità nei diversi paesi.
L'obiettivo primario della formazione dei facilitatori è quello di una prima diffusione / conoscenza dei metodi partecipati comunicativi e delle loro possibili applicazioni sul tema degli "ambienti di vita" e del paesaggio , mentre un altro obiettivo fondamentale consiste nel far emergere nei soggetti interessati capacità relazionali, nonché una profonda motivazione al progetto.
Viene nominato un responsabile della promozione del progetto e si inizia un'attività capillare su tutto il territorio. Incontri e conferenze, volantini e newsletter, articoli sui giornali locali, interviste rilasciate a televisioni e radio conducono all'avvio dei primi passi. Diverse associazioni si mettono in moto alla ricerca di materiali utili, singole persone si dichiarano disponibili a collaborare. Nasce un vero e proprio sistema territoriale composto da 87 gruppi di lavoro.
I gruppi sono diversissimi per composizione e per metodologia di lavoro adottata: contano in media una ventina di persone, anche se molti raggiungono punte di 30 e 40 partecipanti, con età che variano dai 5 a oltre gli ottant'anni. Il progetto, visto nella sua globalità, ha potuto contare sul coinvolgimento attivo di più di 1200 volontari.
L'esposizione intende offrire, per la prima volta a un pubblico italiano, la storia di queste mappe: quello che rappresentano e quello che significano. Testimoniano il raggiungimento di un primo grande obiettivo dato da una maggiore e condivisa conoscenza del patrimonio locale, dal lavorare assieme con uno scopo comune. Sono la base per altre iniziative e idee, molte delle quali già nate, che privilegiano la ricchezza dei valori quotidiani.
I documenti inerenti i percorsi effettuati per costruire le mappe di comunità dei comuni del progetto si trovano nell'area download
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