Il ciclo francescano nella cappella Eroli

 
 

La cappella Eroli nella chiesa di San Francesco, a Narni, viene decorata probabilmente dopo il 1461, dal pittore folignate Pier Antonio Mezzastris (1430 - 1506), come si ricontra dalla firma, analizzata da Umberto Gnoli nel 1923, apposta su un gradino dell'affresco riguardante il Sogno di Innocenzo III. Per gli episodi della vita del santo l'autore si è ispirato ai lavori di Benozzo Gozzoli (1420 - 1497) nella chiesa di San Francesco a Montefalco mentre per quelli in cui è protagonista San Bernardino, come l'Incontro con Eugenio IV e il Miracolo della donna risanata, si è rifatto alle ambientazioni dello spoletino Iacopo Vincioli, definito dagli studiosi "espressionista gozzolesco", nella stessa chiesa. E' evidente, quindi, il tentativo di conciliare la visione dei Conventuali con quella degli Osservanti, di cui era espressione appunto San Bernardino. Gli Eroli avevano indubbiamente la possibilità di reclutare artisti nel bacino folignate e il Mezzastris, seguace del Gozzoli e imparentato con Bartolomeo di Tommaso, è uno di questi.
A Foligno, importante nodo viario nel tragitto che da Roma conduceva all'Adriatico e alla Romagna, crocevia tra la cosiddetta "via degli Abruzzi", che attraversava il ducato spoletino diretta a Napoli, e la strada che, passando per la Toscana e il territorio perugino, collegava i porti di Pisa e Ancona, si avvertivano i primi echi dell'arte rinascimentale. Significativa è l'influenza di fra Giovanni da Fiesole, il Beato Angelico, e soprattutto del Gozzoli che all'aulico linguaggio del primo preferisce accenti realistici, con una prospettiva sostenuta dal disegno dei contorni. Le opere da lui eseguite nella chiesa di Montefalco tra il 1450 e il 1452 manifestano in questo senso, oltre alla luminosità dei colori, una netta definizione di forme non esente da residui tardogotici. Si tratta di caratteristiche riscontrabili negli affreschi narnesi del Mezzastris, artista recentemente rivalutato che, pur spingendosi ad esiti di grande forza espressiva, rimane sostanzialmente un tradizionalista convinto.
Chiamato nel 1213 dal vescovo Ugolino, l'assisiate che, prediligeva sostare nel vicino eremo di Sant'Urbano, rimase infatti a Narni per diversi giorni operando alcuni miracoli. In particolare, guarì un paralitico, restituì la vista ad una cieca, liberò un'indemoniata. Nel luogo dove dimorò, i cittadini narnesi, in segno di riconoscenza e devozione, vollero edificare, dopo il 1226, la chiesa che ospita, appunto, la cappella Eroli e che, nel corso del tempo, ha subito numerosi interventi.

Per un ulteriore approfondimento visita le nostre pagine:
Sulle orme di Francesco d'Assisi sentieri nella provincia ternana

Testi di Francesco Pullia attivitaculturali@provincia.terni.it
Le immagini degli affreschi sono del fotografo Marco Santarelli mrsanta@tiscali.it

 

 
 
 

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