L'Incoronazione della Vergine

 

L'Incoronazione della Vergine di Domenico Bigordi, detto il Ghirlandaio

 

Un'imponente rappresentazione impiantata su un duplice livello e ruotante intorno ad un perno di squillante luminosità, con angeli, santi, profeti che concorrono ad accentuare l'elemento sacrale. Questa è l'Incoronazione della Vergine, la pala commissionata nel 1486 a Domenico Bigordi, detto il Ghirlandaio (1449 - 1494), per la chiesa narnese di San Girolamo, appartenente a quel tempo all'ordine degli Osservanti francescani, ed attualmente esposta nella sala del consiglio comunale di Narni.
L'opera è divisa in due registri, non solo visivamente, ma anche gerarchicamente distinti....

All'opera narnese del Ghirlandaio è dedicato il catalogo "Comunicare la luce. L'Incoronazione della Vergine del Ghirlandaio a Narni", edito dalla Provincia di Terni nella collana "Conoscere e sapere". Corrado Fratini e Patrizia Tosini inquadrano il Ghirlandaio nella propria epoca e mettono a nudo quello che definiscono come “un organico progetto”, Pier Maurizio Della Porta analizza le figure angeliche e gli strumenti rappresentati, Michele e Riccardo Benucci considerano dettagliatamente la tecnica adoperata e la struttura (“un’architettura di legno e d’oro”) entro cui è l'opera, Roberto Nini ci parla della collocazione originaria dell’Incoronazione (la chiesa di San Girolamo), Roberto Stopponi ci descrive la figura del committente, cioè del cardinale Berardo Eroli mentre Lucilla Vignoli inserisce il lavoro nel contesto della pinacoteca comunale e Francesco Bussetti ne traccia la storia civile. Completa il testo un indispensabile glossario minimale.

 

La parte in alto è occupata da Cristo che

 

La parte in alto è occupata da Cristo che

L'opera è divisa in due registri, non solo visivamente, ma anche gerarchicamente distinti. La parte in alto è occupata da Cristo che incorona la Vergine sotto un padiglione aureo, sul quale sono ricamate le parole "VENI ELECTA MEA ET PONA[M IN TE THRONUM MEUM]" (Vieni o mia eletta e stabilirò il mio trono su di te), derivanti dalla pratica liturgica, essendo parte della quarta antifona cantata durante la messa nelle festività mariane.

 

I profili nitidi

 

I profili nitidi

I profili nitidi della Vergine e di Cristo, messi a confronto con il circolo, di straordinario vigore realistico, dei santi in basso, spiccano per una notevole dose di astrazione geometrica.

 

Circondati da numerosi angeli musicanti

 

Circondati da numerosi angeli musicanti

Circondati da numerosi angeli musicanti, profeti e patriarchi assistono all'evento. Bagliori di luce si propagano per tutta la scena. Salta subito agli occhi la presenza di quattro trombe dritte, dette anche buccine, poste simmetricamente ai lati della scena. Compaiono, poi, angeli cantori: tre a sinistra della scena centrale, insieme ad altri tre angeli con cimbali, galoubet e tamburo e un piccolo tamburo con sonagli.

 

San Francesco con

 

San Francesco con

Esattamente in asse con la coppia divina, al centro di ventidue santi disposti in circolo, è inginocchiato San Francesco, con le mani giunte in preghiera.

 

Uno dei quali suona

 

Uno dei quali suona

E due a destra accompagnati da altri due angeli uno dei quali suona una lira da braccio e l'altro un liuto pizzicato a mano.

 

Le stimmate irraggianti

 

Le stimamte irraggianti

Su cui sono visibili le stimmate irraggianti, messe in evidenza dall'oro a foglia.

 

San Girolamo, vero protagonista

 

San Girolamo, vero protagonista

La figura che immediatamente richiama lo sguardo dello spettatore, dopo l'Assisiate, è quella di San Girolamo, vero protagonista dell'accolita dei santi. E' a lui, del resto, che era dedicata la chiesa di destinazione dell'opera. Con la fluente barba canuta, è in ginocchio a destra, ammantato della porpora cardinalizia.

 

Il cappello rosso

 

Il cappello rosso

Il cappello rosso della sua dignità ecclesiastica è in terra, coperto dal mantello giallo oro del santo che...

 

Lo affianca, Bonaventura da Bagnoregio

 

Lo affianca, Bonaventura da Bagnoregio

Lo affianca, Bonaventura da Bagnoregio. Questi, vescovo francescano per eccellenza, è mostrato con il saio dell'Ordine - di cui si nota solo il cappuccio - che spunta da un sontuoso piviale giallo intessuto di cherubini, sulle cui spalle...

 

L'artista ha ricamato una Vergine

 

L'artista ha ricamato una Vergine

L'artista ha ricamato una Vergine nella mandorla, a richiamo della centralità di Maria nella teologia bonaventuriana.

 

Ludovico d'Angiò, dal delicatissimo

 

Ludovico d'Angiò, dal delicatissimo

Alla sua sinistra, ugualmente di spalle, è ritratto un altro protagonista dell'agiografia francescana, Ludovico d'Angiò, dal delicatissimo profilo giovanile, rivestito di un manto regale blu trapunto a gigli d'oro di Francia, sul quale fa bella mostra...

 

Una mantellina ricamata con

 

Una mantellina ricamata con

Una mantellina ricamata con una figura di Cristo fanciullo in trono. Anche nel suo caso dal collo della cappa emerge il cappuccio del saio, a ribadire la povertà del santo che abdicò al trono di Napoli, mentre la mitra sul capo ne ricorda l'investitura a vescovo di Tolosa.

 

La testa calva con barba bianca

 

La testa calva con barba bianca

Ancora a sinistra, procedendo il giro, incontriamo due santi non francescani, Pietro e Andrea, appaiati nell'episodio evangelico della Vocazione. Il primo ha la testa calva con barba bianca...

 

Chiome fluenti e barba scura

 

Chiome fluenti e barba scura

Mentre il secondo chiome fluenti e barba scura, con il classico mantello da apostolo che gli attraversa la spalla.

 

Sant'Antonio da Padova

 

Sant'Antonio da Padova

Tornando sul lato destro, dopo San Girolamo, si riconosce facilmente il francescano Sant'Antonio da Padova, con il consueto...

 

Attributo del fuoco

 

Attributo del fuoco

Attributo del fuoco acceso fiammeggiante tra le mani.

 

Lorenzo e Stefano, primi martiri

 

Lorenzo e Stefano, primi martiri

Vengono poi Lorenzo e Stefano, primi martiri della Chiesa cristiana.

 

Accomunati dalla dalmatica

 

Accomunati dalla dalmatica

Accomunati dalla dalmatica, l'antica tunica indossata dai diaconi durante la messa, caratterizzata da maniche larghe e nappe intrecciate che la stringono sulle spalle e scendono sui lati.

 

Individuare Santo Stefano

 

Individuare Santo Stefano

All'estremità del dipinto è possibile individuare Santo Stefano anche per i sassi che compaiono sulla sua testa, emblemi della lapidazione subita.

 

Sant'Agostino, dalla mitra vescovile

 

Sant'Agostino, dalla mitra vescovile

Dopo aver esaminato tutti i santi dell'emiciclo esterno - i più visibili e quindi anche più importanti e facilmente riconoscibili - proviamo ad identificare quelli dell'arco interno, di cui, in molti casi, l'artista ha dipinto solo la testa emergente dietro le altre.
Alle spalle di San Francesco sulla destra, spiccano due personaggi che proprio l'abbinamento permette di individuare in Sant'Agostino, dalla mitra vescovile gemmata e ricco piviale ricamato.

 

E sua madre l'anziana

 

E sua madre, l'anziana

E sua madre, l'anziana Santa Monica, con l'abito monacale bianco e nero.

 

Sotto il mantello rosso la pelle ferina

 

Sotto il mantello rosso la pelle ferina

A fianco si distingue senza incertezze Giovanni Battista, la cui mano al petto lascia intravedere sotto il mantello rosso la pelle ferina dell'anacoreta.

 

Esempio di penitente

 

Esempio di penitente

Per affinità con quest'ultimo, il capo di donna dai capelli biondi spartiti al centro, che emerge alla sua destra, dovrebbe riferirsi alla Maddalena, altro esempio di penitente per antonomasia.

 

San Paolo?

 

San Paolo ?

Chiudono l'emiciclo a destra tre figure: una, con barba e lunghi capelli scuri (San Paolo?), si rivolge verso Santo Stefano.

 

Dal capo sanguinante

 

Dal capo sanguinante

Mentre le altre due, quasi completamente nascoste, lasciano intravedere soltanto il saio dell'ordine francescano e la testa segnata da una ferita, esplicita allusione al loro martirio. Per queste ultime, accomunate dal capo sanguinante ad altre due sul lato opposto dell'emiciclo, è chiaro il riferimento ai protomartiri francescani, san Berardo e i suoi quattro compagni (Pietro, Ottone, Accursio e Adiuto), trucidati in Marocco nel 1216, all'inizio dell'avventura francescana di evangelizzazione degli arabi, e canonizzati nel 1481 (poco prima della pala di Narni), ad opera di Sisto IV.

 

Le guance scavate dalle privazioni

 

Le guance scavate dalle privazioni

A sinistra di san Francesco, simmetrico a sant'Agostino, s'intravede il capo di San Bernardino da Siena, incarnazione stessa della riforma francescana dell'Osservanza e percepito nella religiosità quattrocentesca quasi come alter Franciscus per il carisma di predicatore e di asceta. La sua riconoscibilità è lasciata tutta alla pungente fisionomia, notissima in Umbria attraverso innumerevoli opere d'arte che lo ritraggono calvo e con le guance scavate dalle privazioni e dalla mancanza di denti.

 

Ad appena ventiquattro anni

 

Ad apena ventiquattro anni

La giovanetta vestita dell'abito francescano, appuntato sul petto con un pezzetto di legno, è invece Elisabetta d'Ungheria, terziaria francescana morta ad appena ventiquattro anni, stando anche al confronto con la pala ghirlandaiesca dallo stesso tema a Città di Castello, dove è ritratta con le medesime fattezze e le rose nel grembo.

 

L'identificazione della figura anziana

 

L'identificazione della figura anziana

Più ardua è l'identificazione della figura anziana con abito nero e cappuccio tirato sul capo, indicata in genere erroneamente come Hortulana, madre di Santa Chiara. Dovrebbe invece trattarsi proprio di San Berardo, a capo della spedizione dei martiri del Marocco, come indicato anche dal sangue sparso sul cappuccio. La sua presenza si giustifica a perfezione, se consideriamo che il cardinale Berardo Eroli, fondatore del convento di San Girolamo, fu il più probabile committente dell'opera. Rimane però non del tutto comprensibile l'abito scuro del santo, più simile a quello dell'Ordine benedettino, a cui peraltro il convento di San Girolamo era appartenuto sino al 1413. Potrebbe però trattarsi di una "reinterpretazione", frutto di uno dei molti restauri antichi a cui la pala fu sottoposta.

 

Tratti sanguigni e corposi

 

Tratti sanguigni e corposi

All'estremità dell'emiciclo sinistro scorgiamo un domenicano dall'abito bianco e nero, che risponde più ai tratti sanguigni e corposi di San Tommaso d'Aquino che a quelli di San Domenico.

 

S'intravede la veste rossa

 

S'intravede la veste rossa

E una fisionomia giovanile, di cui s'intravede la veste rossa, con ogni probabilità quella di Giovanni Evangelista, anche per affinità tipologiche con quello dipinto nello scomparto centrale della predella.

 

Stimmate di San Francesco

 

Stimmate di San Francesco

In quest'ultima, spartita in tre pannelli, sono raffigurati tre temi strettamente collegati al contesto a cui la pala era destinata: a sinistra, le Stimmate di san Francesco, con riferimento all'ordine francescano.

 

San Girolamo nel deserto

 

San Girolamo nel deserto

A destra, San Girolamo nel deserto, santo a cui era dedicata la chiesa che conservava l'ancona...

 

Imago Pietatis

 

Imago Pietatis

E al centro un'Imago Pietatis, cioè Cristo nel sepolcro tra la Vergine e San Giovanni Evangelista.

 

Probabilmente San Luigi IX di Francia

 

Probabilmente San Luigi IX di Francia

Infine, nei pilastrini della notevole carpenteria che incornicia la pala, altri santi completano il repertorio principale. A destra, partendo dall'alto, un santo re con corona, scettro e saio francescano, probabilmente San Luigi IX di Francia, acquisito tra le glorie dell'Ordine (o ancora San Ludovico di Tolosa).

 

Con la ruota e la palma del

 

Con la ruota e la palma del

Santa Caterina d'Alessandria, con la ruota e la palma del martirio...

 

E di nuovo San Francesco

 

E di nuovo San Francesco

E di nuovo San Francesco, con aureola raggiante e mani giunte.

 

Scarpe nere che emergono dalla tunica

 

Scarpe nere che emergono dalla tunica

A sinistra, un anziano eremita, contraddistinto dalle scarpe nere che emergono dalla tunica al posto dei piedi scalzi dei frati.

 

Ancora Giovanni Evangelista

 

Ancora Giovanni Evangelista

Ancora Giovanni Evangelista...

 

E Santa Chiara d'Assisi

 

E Santa Chiara d'Assisi

E Santa Chiara d'Assisi, con velo nero, sottogola bianca e veste francescana.

 
 
 

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