Distillato d'Umbria

 
 

Rocche e castelli - Amerino

 
Rocche e castelli - Amerino

Palazzo Ducale - Giove
E' un palazzo fortificato, elegante, sia all'esterno che all'interno, impreziosito da pitture cinquecentesche del Domenichino e del Veronese che raffigurano scene mitologiche. Il castello di Giove è il nucleo del centro abitato che si è sviluppato ai suoi piedi. Il complesso si alza per cinque piani ed è ricco di simbologie, ad iniziare dalle 365 finestre, una per ogni giorno dell'anno. Con molta probabilità sorse sulle rovine di un importante tempio dedicato a Giove. Ricchissimo di storia. Per tutto il XIII secolo il castello fu conteso da Orvieto e Todi, poi venne assegnato ai signori di Baschi. Nel 1300 venne assoggettato, nell'ordine, da Amelia, da Narni, dal cardinale toscano Giovanni Orsini che lo assediò ed espugnò. Dura la reazione di papa Giovanni XXII che si riprese il Castello ed imprigionò il cardinale ad Amelia. Ancora: nel '400 Giove cadde in mano alla famiglia Anguillara, prima alleata e poi nemica del papa. Paolo II, nel 1465, si riprese il castello e lo pose direttamente sotto il dominio di Roma. Cesare Borgia, nel 1503, smantellò tutte le opere difensive della fortezza che rifiorì sotto i Farnese, i Mattei, fino - arriviamo così all'800 e al '900 - ai Ricciardi e agli Acquarone.


Forte Cesare - Montecastrilli
Esteso e pregiato complesso edilizio che nel corso dei secoli ha subito continui e profondi rimaneggiamenti, fino ad assumere la fisionomia di una villa patrizia, centro di un vasto patrimonio agricolo. Del castello, in sostanza, è rimasto poco più del toponimo, anche per il cattivissimo stato di conservazione dei fabbricati, donati, nel 1922, dalla famiglia Ciatti al Comune di Amelia. Eppure Forte Cesare ha una storia antichissima. E' stato edificato, infatti, su un insediamento romano-bizzantino (ancora "leggibile") ed era uno dei capisaldi del cosiddetto Corridoio Bizzantino che, nell'Alto medioevo, collegava Roma con Ravenna.


Castello di Alviano - Alviano
Il Castello di Alviano, che domina il borgo e la valle sottostante, ha pianta quadrangolare movimentata da torrioni angolari. Costruito in epoca medioevale, fu trasformato in forme rinascimentali per volontà di Bartolomeo D'Alviano, famoso capitano di ventura. Nel castello è stato allestito il museo dei Capitani di ventura.


Fortezza di Dunarobba - Avigliano
Attualmente è adibito a casale agricolo, ma la sua importanza architettonica è rimasta intatta. Si presenta a base quadrata con quattro torri angolari e circolari, con due ordini di cornici e beccatelli. Il nucleo originario è antecedente all'anno mille. Presidio strategico, a 440 metri di quota, nel '200 e nel '300 fu conteso da Narni e Todi, con alterne fortune.


Castello di Sismano - Avigliano
Nel medioevo fu un castello di una certa rilevanza. Munito di rocca fortificata, l'imponente costruzione a cinque piani, con due torri sermicircolari, collocata sopra un terrapieno con bastioni, svetta in tutta la sua mole a dominio del territorio circostante. Gravemente danneggiato nel 1254 dalle milizie della potente lega guelfa costituita dai Comuni di Orvieto, Perugia, Spoleto, Narni e Firenze contro i ghibellini di Todi, il castello fu al centro di asprissime contese tra gli Atti e i Chiaravalle. Una scia di sangue prese il via con la decapitazione del Guelfo Catalano Atti nel 1393 ed è andata avanti per almeno un secolo, fino all'intervento di Alessandro VI, nel 1500, a favore degli Atti, divenuti signori di Todi. Ma il sangue rimase tra le mura della fortezza: Eleonora Atti, il 14 ottobre 1575, fu uccisa a pugnalate dal marito Orso II Orsini.