Orvieto

 
 

Oggi, che non è più necessario salire sulla rupe a dorso di mulo, un moderno sistema di "mobilita alternativa" permette un comodo e tuttavia suggestivo accesso alla città: da un lato la funicolare, e dall'altro un ascensore conducono al centro storico.


Orvieto Etrusca
I resti del Tempio del Belvedere, nei pressi del Pozzo di San Patrizio, sono quelli che più di ogni altro si avvicinano al tipo canonico del tempio tuscanico, come ci è stato tramandato da Vitruvio. Il podio, in grossi blocchi di tufo, di un altro edificio con probabile funzione religiosa è stato recentemente rinvenuto sotto il Palazzo del Popolo. Il pozzo della cava, una geniale opera idraulica deve il suo impianto agli ingegneri etruschi.
Al museo Faina, in piazza Duomo, sono poi conservate le più importanti collezioni di reperti etruschi rinvenuti sia in città che nel territorio e fra questi spiccano per interesse le terrecotte architettoniche dei templi. Il Santuario di Cannicella (in fase di scavo) e la Necropoli del Crocefisso del Tufo, sotto la rupe orvietana, completano l'immagine dell'ultima città etrusca distrutta dai Romani.


Orvieto Medievale
Nel XIII e XIV secolo la città ebbe la sua maggiore espansione, con una originale struttura urbanistica che è rimasta pressoché inalterata nel tempo. Gli edifici pubblici più rappresentativi - il Palazzo Comunale, il Palazzo del Popolo, il Duomo e il Palazzo dei Sette - trovano spazio nel sistema urbano affiancandosi alle Chiese più antiche - San Giovenale, Sant'Andrea - ai conventi di San Domenico, San Francesco, Sant'Agostino e Santa Maria dei Servi, al complesso del Palazzo Papale - ed ai palazzi privati con le loro torri gentilizie.
Si svilupparono le Arti e i Mestieri che arricchivano la società di raffinati manufatti, mentre la vita cittadina scorreva operosa - ora tranquilla ora tumultuosa - scandita dai battiti dell'orologio del Maurizio, il primo automa che regolò il tempo del lavoro.
Un importante avvicinamento verso la Toscana, ed alle sue forme artistiche, la città lo compie grazie alla fabbrica del Duomo: dopo il 1284 la presenza in città di Arnolfo di Cambio fa supporre la nascita del romanico cittadino. Poi però il gotico avrà la meglio, grazie al senese Lorenzo Maitani, e quindi ad Andrea Pisano, i quali operarono sulla facciata della chiesa in tempi diversi. La svolta definitiva verso la nuova arte è segnata da Simone Martini, che lascia tre polittici in città.


Il Duomo
E’ sicuramente l’opera che caratterizza, ed in un certo senso racchiude, il medioevo cittadino: dedicato all’Assunta, sorto per celebrare il Miracolo di Bolsena del 1263, fu iniziato in forme tardo-romaniche nel 1290 e proseguito nel 1300 in forme gotiche. Fu progettato probabilmente da Arnolfo di Cambio, quindi modificato nelle sue forme da Lorenzo Maitani, a cui successero nel corso dei secoli Andrea Pisano, Antonio da Sangallo il giovane, fino al Valadier (nel XVIII° sec.). L’imponente facciata è stata sì progettata dal Maitani, ma fu terminata solo nel ‘600. L’interno è maestoso, a tre navate di stile romanico, archi a tutto sesto e tetto a travature scoperte. Il transetto ed il presbiterio sono invece gotici. Nella cappella di S.Brizio sono presenti affreschi dell’Angelico (in piccola parte) e quelli di Luca Signorelli, uno dei massimi cicli pittorici del Rinascimento italiano.
Il Museo dell’opera è ospitato dal duecentesco Palazzo Papale, di fonte al duomo è il museo civico, che ospita anche la collezione Farina. Attraverso corso Cavour si giunge alla Piazza della Repubblica, ove sorge il Palazzo Comunale e la chiesa di S.Andrea del XII° sec. con campanile dodecagono. Poi Piazza del Popolo con il palazzo del Popolo in tufo, opera romanico-gotica con scala esterna e trifore.
Tra le altre testimonianze del passato possiamo ricordare ancora le chiese di S.Domenico (al cui interno è un monumento funebre opera di Arnolfo di Cambio) e la romanica chiesa di S.Giovenale del ‘200 con colonne in tufo e pareti affrescate.

 

 
 
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