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Secondo l'Apocalisse di S. Giovanni (Ap. 1,7) e il vangelo di Matteo (Mt. 24,30-31), “Cristo in gloria”, con grande potenza, apparirà solenne sulle nubi del cielo, attorniato da una schiera di angeli, per presiedere al grande giorno del Giudizio.
Il ritorno del Figlio di Dio, sarà il trionfo definitivo del Bene, della Verità e della Giustizia.
Seduto su di un seggio celeste, attorniato da un’aurea bianca di divinità, Cristo è raffigurato con in mano il globo crociato simbolo di una “Signoria Universale”.
La mano destra è alzata, rendendo visibile la palma forata: il "Figlio dell’uomo", giudicato e passionato dagli uomini, sarà ora il loro giudice.
Una corte celeste fatta da profeti, apostoli, patriarchi, dottori, vergini e martiri rendono gloria ed onore al Signore dell'Universo.
Essi, che furono la massima espressione della fede in terra, saranno nel giorno del Giudizio i membri autorevoli del tribunale di Dio.
Due angeli trombettieri, posti uno a destra e l’altro a sinistra di Cristo Giudice, raduneranno gli uomini dai quattro angoli della terra per presentarsi tutti al suo cospetto.
Come all’inizio del mondo Dio separò le tenebre dalla luce, così ora il Figlio di Dio dividerà l’umanità: alla sua sinistra coloro che nella vita terrena avranno scelto il Male, alla sua destra coloro che avranno amato il Bene.
Il forte contrasto tra la scena degli eletti con le beatitudini e quella dei dannati con i loro tormenti, mette le coscienze di chi guarda di fronte ad un messaggio che non lascia altre interpretazioni: la scelta per Dio va fatta subito perché non c’è possibilità di sottrarsi all’espiazione del peccato, mentre grande sarà la ricompensa di coloro che si convertiranno.