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La pianura di Gerusalemme, teatro delle vicende dell’Anticristo, diventerà la sterminata pianura del profeta Ezechiele la cui visione biblica (Ez. 37,1-14) ha ispirato il Signorelli nella sua originalissima “Resurrezione della carne”.
Al suono delle trombe recanti il vessillo di Cristo risorto, gli angeli di Dio daranno inizio al “Giorno del Signore”, in cui tutti gli uomini risusciteranno uscendo dalla terra per presentarsi al cospetto di Cristo Giudice.
I primi a risorgere saranno quelli che S. Paolo chiama “i morti in Cristo”, cioè gli eletti.
I loro corpi sono vigorosi, giovani (tutti della stessa età di Cristo, 30 anni circa), perfetti e con la loro bellezza celebrano il trionfo della vita sulla morte.
La resurrezione degli eletti avverrà, però, secondo il grado di perfezione cristiana raggiunto in vita: i più virtuosi appaiono già interamente formati, in piedi o mentre si sollevano storditi e privi di forze; altri, ancora scheletri, attendono la ricostituzione del proprio corpo per la nuova esistenza che li aspetta.
Questa scena, dipinta a ridosso del V Concilio Lateranense del 1511 in cui la Chiesa proclama l’immortalità individuale, fa risplendere in tutta la sua forza la “salvezza integrale” dell’uomo, corpo ed anima, sottolineata dalle ombre dei risorti impresse sul suolo completamente nudo.
Piccoli drappelli di uomini e donne raffigurati in atteggiamenti familiari, esprimono la certezza di ritrovare felicemente nell'aldilà chi si è amato nella vita terrena.
I volti di coloro che guardano verso il cielo sono colmi di stupore per la meravigliosa visione di ciò che sta accadendo, mentre sembrano sentire il richiamo irresistibile del Paradiso.
Lo sfondo dorato nella parte superiore dell’affresco è segno della presenza divina e preannuncia l’imminente incontro degli eletti con Dio nella gloria del cielo.